CALCIO: NAPOLI A UDINE SCHIACCIATO TRA ARBITRO E CATTIVA SORTE

di Claudia Esposito

Se si fosse tra le pagine del romanzo più famoso di Dodie Smith, oltre a Crudelia Demon, ci s’imbatterebbe in tanti cuccioli a chiazze nere e bianche. Invece, per le strade di Udine durante la ventitreesima giornata di campionato, oltre ai soliti friulani, si è di fronte alla carica dei circa 4000 tifosi azzurri che finalmente vedono aprirsi i cancelli dello stadio “Friuli” di Udine: perchè quando il Napoli chiama, la sua gente risponde più che immediatamente, portando entusiasmo, buonumore e sole.

Quella stessa stella che normalmente riscalda il cuore, l’anima e l’aria di Napoli, risplende adesso sui duecento metri di arco del Friuli, che insieme allo stadio Sanpaolo (Napoli) ed al Via del Mare (Lecce) non sono dotati di maxischermo, un guscio che serve a proteggere chi c’è sotto, chi lotta per la propria fede calcistica.

Come in tutti gli esodi, purtroppo, malumori e tafferugli non mancano e proprio davanti a quei cancelli spalancati di speranza, per gli azzurri di continuare la salita e posizionarsi in pianta stabile in zona Champions e per i bianco-neri di arrestare l’inesorabile discesa, si alza un muro d’intolleranza intollerabile tra tifosi friulani e napoletani con il risultato di quattro feriti lievi tra cui un poliziotto.

Nonostante tutto, il legame tra l’Udinese ed il Napoli è sottile, cammina sul filo del rasoio, si legge tre le righe ma si evidenzia in quelle del campo, siccome indossano la maglia bianconera i tre napoletani d.o.c.: Di Natale, Floro Flores e Lodi.

L’ha indossata durante le due ultime stagioni anche il bomber azzurro Quagliarella, che a differenza degli altri, ad oggi, è ritornato alle origini e che per la prima volta si trova a combattere contro i suoi ex-compagni di squadra.

Ma come si dice a Napoli: “scurdammec o passato” andando avanti per confermare i risultati ottenuti e continuare a crescere.

Però la storia dimostra che per comprendere il futuro, bisogna guardare indietro e proprio in settimana, c’erano stati vari botta e risposta tra i presidenti dei due club riguardanti i negativi episodi arbitrali che avevano accompagnato gli azzurri nelle ultime tre partire, ma lo show, deve continuare e non fermarsi di fronte a nulla.

Così i guerrieri in rosso di Mazzarri ed i friulani in nero di De Biasi scendono in campo ed inizia lo spettacolo arbitrato da Antonio Damato da poco divenuto “internazionale”.

Ammonito Maggio, concesso il rigore segnato sul rimpallo della parata di De Sanctis da Di Natale, da lì a breve goal di Maggio che dopo poco è espulso per simulazione, fine primo atto.

Nel secondo, invece, i dieci guerrieri azzurri dominano sul palcoscenico eppure, così come nella vita, a volte accadono imprevisti, pali, traverse… che prescindono dalla volontarietà dell’essere umano, a volte.

In questo caso, il match che era praticamente chiuso dopo la doppietta di Di Natale al novantunesimo, il risultato subisce un ulteriore rettifica sempre da parte di Di Natale con il terzo goal mentre Grava (difensore del Napoli) aiutava a sciogliere i crampi a Floro Flores.

Cala il sipario a Udine con il risultato di 3-1. Cast tutto napoletano. Ed anche se lo sport è basato sull’insegnamento del rispetto e dei sani principi, a volte le regole sono infrante, sia che si tratti di attori protagonisti che non.