L’aria di neve, in un inverno ormai inoltrato, si respira per le strade di tutta Italia che gioiscono e s’illuminano, in un tripudio di colori e canzoni, per l’imminente arrivo delle feste natalizie.
E tra le persone con gli sci in spalla che si lanciano nelle prime discese sui picchi innevati, altre che si godono una fumante cioccolata calda di fronte ai caminetti o semplicemente sul divano di casa, c’è chi decide, invece, di trascorrere il proprio “settimo giorno” recandosi sugli spalti dello stadio Friuli -proprio quello che quando fu utilizzato per la prima volta incompiuto e senza nome per la prima partita di serie C tra Udinese-Seregno, fu destabilizzato da una scossa di assestamento di terremoto che ne fece tremare l’arco anche se non tutti i presenti al match, presi dal gioco, se ne accorsero- per assistere alla quattordicesima giornata di campionato di serie A, che vede scontrarsi i bianco neri di Guidolin (con Denis, ex giocatore della SSCnapoli alla sua prima partita contro gli ex compagni di squadra) versus gli azzurri di Mazzarri.
Tra il freddo e le strade di Udine, molti i sostenitori napoletani che, nonostante le intemperie, hanno deciso di seguire i propri beniamini perché, nelle leggi non scritte dal calcio si sa che al di là del risultato, i tifosi più tenaci, sostengono la squadra del cuore seguendola ovunque ed a qualunque condizione. E il loro lasciapassare in questa partita, è stata solo ed esclusivamente la tessera del tifoso perché, a tutti gli altri napoletani che non ne erano in possesso, indipendentemente dalla città di residenza, non è stato consentito l’accesso al Friuli.
Macchie d’azzurro, quindi, invadono il Castello di Udine che dal colle domina l’intera città; la Torre dell’orologio, ispirata alla torre di piazza San Marco a Venezia, inglobata nel tempietto di San Giovanni alla cui sommità sorgono i due mori che battono le ore su una campana e l’incantevole Loggia del Lionello in piazza Libertà.
Dopo ore di tepida attesa, fischia il calcio d’inizio del match l’arbitro Andrea Romeo di Verona e dopo soli sedici minuti di gioco, il portiere azzurro De Sanctis per fallo su Sanchez, è ammonito ed è concesso calcio di rigore ai bianco neri. Tira dal dischetto Di Natale, che centra magistralmente la rete e nel rispetto degli avversari rappresentanti la sua terra di origine, non esulta. Ma l’occhio di bue non si sposta dal campione che al 44esimo minuto 1T, raddoppia il risultato con uno splendido gol marcato da fuori area, a mezza altezza, in diagonale.
Inizia il secondo tempo e ancora Di Natale, all’ 11esimo 2T, si rende autore di una magnifica tripletta. I guerrieri di Mazzarri intanto annaspano, gli errori dominano il loro gioco e le condizioni del campo, di certo non aiutano nell’impresa del recupero. Al 12esimo minuto 2T, però, da fuori area, arriva il primo (ed unico) gol degli azzurri con lo slovacco Hamsik, al quale dopo poco (19esimo minuto 2T), è offerta su di un piatto d’argento la possibilità di accorciare le distanze con la concessione di un rigore, che sbaglia clamorosamente. I restanti minuti della partita sono giocati per arrivare al fischio finale dell’arbitro che dichiara ufficiale il 3-1.
Nonostante tutto, il Napoli, a parimenti con la Juventus (24 punti), riesce a mantenere il terzo posto in classifica preceduto dalla Lazio (27) ed il Milan (30).
Protagonisti indiscussi di questo match sono stati Di Natale e Hamsik. E le differenze di spessore tra i due campioni, sono risultate evidenti agli occhi di tutti… d’altronde l’esperienza, la determinazione, l’entusiasmo ed il credere in ciò che si fa, pagano.
Più che aria natalizia, al termine della partita, sul Napoli scende il gelo e a Udine c’è, oggi più che mai, aria… Di Natale.