Cassano s’illumina e spegne il San Paolo, Parma corsaro
Perchè? Doveva essere la partita del riscatto, quella che
etichettava come mero incidente di percorso lo scivolone dello Juventus Stadium.
Ed invece il Napoli sembra non esserne mai uscito, da lì. Gli azzurri sono fuori
dalla partita, pallidi interpreti di una sconfitta senza attenuanti. Sarà che la
testa alla partita-chiave di Dortmund ha fiaccato il tasso di concentrazione dei
ragazzi di Benitez, sarà stata la troppo azzardata esclusione di Hamsik
(sfortunato poi nel dover lasciare il campo a tempo di record), sarà che il
Parma è sembrato eccezionalmente sul pezzo, mai come ora lontano dal Tardini. Si
sprecano le ipotesi sulle cause di un crollo così fulminante, repentino,
ingiustificato, ma la realtà dei fatti rimane una e sentenziosa: 0 punti in
tasca. È mancata dunque la risposta positiva alle chiacchiere pre-pausa, che
continueranno imperterrite ed impietose necessariamente almeno fino a martedì
sera. È un Napoli, peró, criticato gratuitamente e prematuramente: tutti i “bla”
riguardo gli azzurri, infatti, non tengono conto dello straordinario lavoro che
Rafa Benitez, il suo staff, la dirigenza ed i giocatori si sono resi
protagonisti. Parliamo di un Napoli che condivide la testa del girone di
Champions con un Arsenal capolista nel campionato più difficile, agognato e
competitivo d’Europa. Parliamo di un Napoli ricostruito da zero, che nonostante
l’immenso carico dei nuovi acquisti è riuscito a trovare la quadratura giusta
ancor prima dell’esordio in campionato. È un Napoli, questo, che nonostante
tutto mantiene il contatto con la vetta della classifica di un campionato che
tra la zampata al 94′ di Berardi all’Olimpico ed i tre sigilli di Rossi al
Franchi contro la Juventus promette insidie e complicazioni anche alle dirette
avversarie. Il tragitto è lunghissimo, “sognare” non è ancora menzionato nel
Codice Penale ed il campionato è più pazzo che mai. Il messaggio è chiaro: non è
finita.