Ci teneva da morire Carletto Ancelotti a vincere a San Siro, nel suo stadio, davanti alla sua gente. Aveva preparato tutte le carte in suo possesso, mischiandole abilmente, cambiando uomini, ruoli e strategia tattica e proprio per questa cura meticolosa ma senza risvolti si è arrabbiato durante il primo tempo, urlando agli azzurri il suo disappunto teso pure per scuotere la squadra del cuore: “siamo molli, siamo molli”. Sì, Ancelotti per vincere aveva addirittura varato un Napoli superoffensivo, riportando tra l’altro Insigne nel suo antico ruolo sulla sinistra, per poi spostarlo di nuovo intorno alla fine del match, mentre Mertens svariava accostato a Milik o anche appena dietro all’attaccante polacco nel centro della prima linea, rifornita da un centrocampo forte della presenza di Callejon arretrato sulla destra, di Fabian Ruiz splendido nella sua regia, da Zielinski sulla sua sinistra e con Mario Ruiz sull’out mancino. Un Napoli messo così in campo in maniera piuttosto elastica nell’alternanza delle varie strategie, anche per mettere in confusione il Milan lì nelle sue retrovie. Così non è stato, però. Giacchè è mancato il ritmo e l’aggressività solita, forse anche per l’assenza di un gladiatore come Allan, tenuto fuori come si sa, per la sua salvaguardia psicologica legata agli scossoni causati dalla mancata cessione al Psg, per il momento. Ciò nonostante il Napoli ha prodotto una palla gol con Callejon dopo appena sei minuti di gioco, con la sfera messa a lato di pochissimo. Un match tutto sommato piuttosto equilibrato in questa prima parte e senza particolari emozioni con Ancelotti a bordo campo a chiedere maggiore intensità alla squadra, priva di quella ferocia che ha quasi sempre caratterizzato le prestazioni degli azzurri benché forti dei rientri dopo le squalifiche di Insigne e Koulibaly. San Siro – dicevamo – ha festeggiato Ancelotti, ma non ha risparmiato cori offensivi sui napoletani. Sul piano del gioco la partita si è vivacizzata nel secondo tempo, dopo un salvataggio (47’) di Malcuit su Kessie, quando rossoneri e azzurri hanno spinto di più sui due fronti tanto è vero che Ospina e Donnarumma hanno sfoderato alcuni interventi decisivi per tenere inviolate le loro porte. Si è fatto vivo in due circostanze Zielinski mentre il Milan ha creato qualche problema con Piatek, appena sbarcato da Genova, e chiamato in causa (dal 71’) da Gattuso nel tentativo di concludere la questione. Per buona fortuna Ospina e Koulibaly hanno risolto qualche problema lì dietro in un finale che si è tinto di rosso per la doppia ammonizione di Fabian espulso per un fallo di mano apparso inesistente e per l’espulsione di Ancelotti, reo di un’imprecazione, come lui stesso ha simpaticamente fatto sapere a fine gara: “si è trattato di una parolaccia che comincia con la “c” e finisce con la “o” ma che non era diretta all’arbitro. Mi è scappata per la seconda ammonizione a Fabian, ammonizione che non c’era”. Non è nemmeno sfuggita un’occhiataccia con Mario Rui che evidentemente non ha gradito la sostituzione con Ghoulam. Tutta qui la prima sfida con il Milan: martedì il bis in Coppa Italia, o dentro o fuori.