Peccato, perché c’è tutto: bel gioco, aggressività, tecnica, ferocia, inventiva, ma manca quel qualcosa che ti fa vincere le partite, il gol. E’ il solito problema che frena il Napoli che raccoglie ben poco dal match con un Torino sicuramente combattivo, ma non imbattibile e che è diventato tale, grazie soprattutto agli errori commessi dagli azzurri dalla linea della trequarti in su e cioè fuori area ed anche in area, nella zona di immediata competenza del portiere granata Sirigu che ha fatto la sua parte sì, ma deve anche più di qualcosa ai calciatori azzurri, soprattutto agli attaccanti venuti meno alla loro missione specifica, quella di infilare il pallone nella porta avversaria. E’ un rilievo che va elevato ai giocatori di Ancelotti che hanno sbagliato un numero incredibile di occasioni finanche clamorose, una ventina nel computo complessivo, così come di recente era già avvenuto nel match giocato al “Franchi”, contro la Fiorentina. Il tutto tradotto in altri termini, corrisponde ad un numero incredibile di punti gettati al vento e che se messi in saccoccia, avrebbero dato modo di accorciare la distanza in classifica con la Juventus che non ne sbaglia una. Invece sul fronte azzurro – con alcune novità: Ospina tra i pali, Malcuit a destra e Hysaj a sinistra – hanno sbagliato in particolare tutti gli attaccanti, anche quando Ancelotti ha trasformato la sua macchina da guerra chiamando in causa nella parte finale del match col Toro anche Verdi e Mertens, in aggiunta a Insigne e Milik, mentre veniva chiamato in panchina Josè Callejon. Una mossa che riassestava tatticamente la squadra proiettata maggiormente verso la porta granata attraverso il ricorso al 4-2-3-1. Al tiro ci andavano un po’ tutti tra il primo e il secondo tempo in particolare: un tiro al bersaglio senza esito però, giacchè Milik, Mertens, Verdi, Insigne, Zielinski, perfino Malcuit ed anche Fabian Ruiz finchè è rimasto sulla scena, riuscivano a bucare Sirigu che la sua parte l’ha sostenuta ed anche bene. Gli errori degli azzurri hanno tuttavia avuto un maggiore peso specifico: un’ottima occasione sempre senza frutto tuttavia, è capitata ad Insigne (salterà Parma perché da diffidato ha rimediato un altro giallo) poco dopo l’inizio del secondo tempo. Il nuovo capitano è andato vicino al gol anche più tardi (74’), quando ha azionato il suo pezzo forte, il tiro a girare, con il pallone finito però sul palo. Ci ha provato finanche Koulibaly, visto nell’area granata inutilmente alla ricerca della spizzata di testa, in considerazione dei numerosi calci d’angolo guadagnati dal Napoli, in una gara dominata dagli azzurri. Si è comunque sperato fino all’ultimo nel gol che poteva rendere giustizia alla superiorità espressa dal team allenato da Carletto Ancelotti. Prima per una punizione di Mertens messa in angolo da Sirigu e poi per un contropiede condotto dal Napoli in superiorità numerica, tre azzurri contro un solo difensore granata, ma anche in questa circostanza il Napoli ha dato modo agli avversari di recuperare e di chiudere senza affanni ulteriori il match alla squadra dell’ex Mazzarri, a sua volta premiata con il pari, mentre la Juve si è allontanata ancora di più. Ma è un discorso che non fa più notizia: adesso quello che conta è soltanto l’Europa League, in scena giovedì prossimo al San Paolo con il passaggio di turno già scontato. Nel dopopartita l’amarezza di Ancelotti espressa nei commenti del mister: “Cosa è mancato? Il gol. La squadra gioca molto bene, con determinazione e qualità, ma su venti tiri non puoi non far gol. E se non fai gol la colpa è solo nostra”. La Juve non c’entra affatto, il Napoli non soffre di condizionamenti causati dalla volata dei bianconeri. Il problemi per Ancelotti sono altri: “Siamo ben posizionati in classifica, la squadra è molto concentrata ed ha una identità precisa. In casa abbiamo fatto più punti degli altri. Il problema del gol riguarda tutti , non soltanto gli attaccanti ai quali non posso rimproverare niente giacchè svolgono il loro lavoro con impegno e professionalità. Dobbiamo migliorare i dettagli cioè curare i particolari: giocate precise e cross ben fatti. Questa è comunque una squadra che gioca bene al calcio: se giochi male puoi anche perdere. Ma non è così. E se le cose vanno comunque in un altro modo, ce la dobbiamo prendere soltanto con noi stessi”, siamo d’accordo su tutto.