A tre giornate dalla fine e per dirla tutta non senza qualche patema d’animo, il Napoli in un San Paolo quasi deserto blinda il secondo posto come chiesto da Ancelotti in settimana, battendo il combattivo Cagliari sul filo di lana, ritrovando sul dischetto (96’) Insigne dopo il rigore sbagliato con la Juve. Un penalty pesantemente contestato dal Cagliari e che ha suscitato infinite polemiche espresse in maniera fortemente sentita dal diesse del Cagliari Marcello Carli, giacchè Maran a fine partita non ha voluto parlare, roso dalla rabbia. “Ci sentiamo presi in giro da una decisione cervellotica, assurda – ha sbottato Carli – che ci fa sentire presi in giro. Siamo veramente incavolati. Se vogliamo far diventare il var una barzelletta continuiamo così. Ma cosa ha visto questo scienziato al var? E’ davvero allucinante. Ci sentiamo mancati di rispetto. Per noi che lottiamo per la sopravvivenza un punto è tanta roba”, rigore tuttavia confermato più tardi dal designatore Rizzoli. Va intanto detto che prima del penalty trasformato dal capitano e che ha dato la vittoria agli azzurri, il Napoli aveva raggiunto il pareggio con Mertens, in gol – lui piccoletto – con un implacabile colpo di testa (85’). In realtà a svegliare gli azzurri ed a renderli più pratici e finalmente pericolosi in fase offensiva era stato proprio il vantaggio di Pavoletti che in quella fase e dopo quasi un’ora di gioco ha rifilato al team di Ancelotti un colpo non indifferente. Punti sul vivo dell’orgoglio Insigne e compagni hanno finalmente operato con maggiore impegno, velocità e concretezza. Anche qualche inghippo tattico aveva determinato parecchia confusione lì davanti, dove Younes è apparso quasi sempre tagliato fuori dalla presenza di Insigne anche lui sulla fascia sinistra. Nemmeno Verdi (fortemente contrariato al momento della sostituzione) sull’out destro combinava granchè, così pure Allan più avanzato rispetto alle precedenti partite, tornato insomma nel suo vecchio ruolo. Lì dietro tra l’altro era riapparso dopo una vita Albiol, ma anche la difesa riassumeva una diversa solidità quando Ancelotti decideva di dare più slancio alla squadra, facendo entrare Milik, Callejon e Fabian Ruiz. Il Napoli si trasformava e la musica cambiava, portando prima al pareggio di Mertens (dopo una palla deviata sul palo da Cragno, sempre su colpo di testa dell’attaccante belga che ha raggiunto al terzo posto il mitico Sallustro con 107 gol) e poi al rigore del 2-1 che apparentemente puniva un dubbioso fallo col gomito di Ionita su cross di Ghoulam, in area o sulla linea laterale dell’area? “Il dubbio c’è – ha ammesso Ancelotti – ma non credo che sia stato dato il rigore al Napoli solo per farci un piacere. E’ successo anche a noi con Meret contro la Juve”. C’è voluto il gol di Pavoletti per svegliare il Napoli e per centrare l’ultimo obiettivo rimasto nella stagione, il secondo posto, ormai matematicamente nelle mani degli azzurri, come è arrivata la reazione?: “Nella prima parte era un Napoli soporifero, non c’erano dinamismo e velocità – ha sottolineato il tecnico – mentre il gol subito ci ha dato l’intensità che mancava. Tutto dipende dalle caratteristiche dei giocatori. Insigne e anche gli altri hanno talvolta trattenuto eccessivamente la palla. Di Insigne mi è piaciuto il suo coraggio e la sua intraprendenza”. Ancelotti ha anche spiegato il perché della diversità del Napoli tra la prima e la seconda parte della stagione: “Fino a dicembre abbiamo giocato molto bene, poi alcune situazioni interne tra cui l’infortunio di Albion hanno determinato il distacco con la Juve”. Sarà stata anche la cessione di Hamsik: “Sicuramente, Hamsik ci ha aiutato nella prima parte di stagione, tuttavia la cessione è stata giusta. Non è stato però quello il vero problema ma le motivazioni che non erano più quelle”. La squadra che verrà, che Napoli avranno i tifosi: “La squadra crescerà in mentalità e qualità. Cercheremo di ridurre il distacco con la Juve. Puntiamo ad un giocatore che possa migliorare il reparto offensivo”. Sprizza felicità Lorenzo Insigne, dopo il periodo di passione che poteva determinare il rischio di un addio dal Napoli che adesso non c’è più. Lo assicura in prima persona: “Ci sono state delle incomprensioni però è tutto chiarito. Calciare il rigore è stata una grossa responsabilità per me però ne sono orgoglioso perché sono il capitano della squadra con questo proposito: andiamo avanti insieme”, buon per tutti. Mertens a sua volta evita ogni accostamento con Sarri: “Voglio restare a Napoli. Se vogliamo vincere dobbiamo aver fiducia in Ancelotti. Con lui ce la faremo”, l’augurio è speciale.