Peccato, si chiude con un controverso controsenso, un meritatissimo secondo posto conquistato in campionato mai messo in discussione e un’imprevista sconfitta nell’ultima partita di stagione dell’era Ancelotti. Gli azzurri restano a quota 79 in classifica, costretti ad arrendersi alla squadra di Mihajlovic che centra i 40 punti, mandando in fumo il progetto della firma e dell’onore, quello degli 82 punti scritto e preteso dal nuovo timoniere del Napoli. Eppure le premesse c’erano tutte per porre a Bologna la parola fine con altri tre punti nel campionato stravinto dalla Juve. Dopo aver dominato per più di mezzora il primo tempo di gioco – con il Bologna costretto nella propria metà campo e con la paura dentro – il Napoli nei due minuti finali sempre della prima parte si è incredibilmente trovato sotto di due gol, quello d’apertura di Santander, il raddoppio firmato invece da una vecchia conoscenza, Dzemail, che dopo il colpo di testa vincente dell’attaccante centrale felsineo nella porta difesa da Karnezis, ha infilato a sua volta il portiere greco con un sinistro tagliato, al termine di un velocissimo contropiede nel reparto di retroguardia deli azzurri. Doveva e poteva raccogliere di più il Napoli per quello che aveva fatto fino a quel momento, invece si è ritrovato a percorrere una strada del tutto diversa, pur avendo un assetto molto offensivo con Verdi a destra al posto di Callejon, con Zielinski e Fabian Ruiz centrali di centrocampo e con tre attaccanti in servizio, Insigne a sinistra a tratti, Younes a tratti a sinistra e a tratti alle spalle di Milik, centrale di prima linea. Tante cose belle ma il solito problema accusato nell’intera stagione, moltissime conclusioni e tantissimi errori balistici nelle finalizzazioni. A furia di darci dentro, il Napoli si è svuotato e finiva per cedere terreno in un centrocampo senza il filtro operato da Allan e in una difesa senza più la forza e la qualità di Koulibaly, anche lui squalificato come il brasiliano. Azzurri però di nuovo a passo di carica nella seconda parte: ritmo quasi frenetico e bel gioco e stavolta anche i gol, quello di Ghoulam convalidato dal war e quello di Mertens, entrato al posto di Insigne, reti che determinavano il pareggio. In quella fase c’è anche un Fabian Ruiz che sprona i compagni, caricandosi di responsabilità. In effetti il Napoli gira a tutto vapore tanto che Ancelotti promuove il boys Gaetano (84’) in sostituzione di Younes mentre Zielinski con una fiondata da grande distanza, centra il palo numero 27. Accade però l’imponderabile. A crederci di più è Sinisa che fino all’ultimo spinge la squadra. Ci si mette anche la fortuna a dargli un mano: a segno ci va di nuovo Santander che involontariamente e con tantissima buona sorte devia alle spalle di Karnezis una conclusione di Svanberg: 3 a 2 per il Bologna e arrivederci alla prossima stagione. Ancelotti più tardi non ne ha fatto un grande problema, nel complesso, lui è già proiettato nel futuro: “Il bilancio di questo primo anno è positivo. Abbiamo messo buone basi per il futuro. Contro il Bologna abbiamo visto ottime cose, non con la continuità dovuta. Ma non sono deluso. Anzi sono fiducioso. Mi sono trovato bene a Napoli e mi piace molto quello che sto vivendo e che mi dà molte motivazioni”. Difesa un po’ in difficoltà senza Koulibaly: “Dietro potevamo fare meglio. Siamo stati un po’ leggeri lì dietro. E’ stata una partita aperta e non potevamo pretendere di più. Ci tenevamo a far bene e abbiamo avuto l’opportunità di recuperarla e anche di vincerla, comunque ribadisco, non sono deluso.”. All’ordine del giorno la riunione di mercato: “Ho letto che avremmo parlato di 60 nomi, sono un po’ troppi. Penso che ne arriverà qualcuno di meno. No, non posso fare nomi. Miglioreremo per giocare un calcio più aggressivo e con maggiore intensità”. Ma chi arriverà? “Non lo so, anzi lo so ma non lo dico”. Quagliarella al Napoli è possibile? “Nella vita tutto è possibile”. Cambierà qualcosa nella lotta per lo scudetto? “Ci proveremo, con più voglia e maggiore entusiasmo. E mi sembra chiaro che ci proveranno anche le altre che come noi sono pure loro in astinenza”.