Come un fiume in piena. Diffonde forza, coraggio e sfrontatezza sportiva e agonistica “San GennaRino” Gattuso, il nuovo padre della patria azzurra che non pone limiti alla sua missione, quella di traghettare la squadra del cuore il più in alto possibile e il più in fretta possibile, insomma recuperando punti, posizioni e giocatori azzurri. Il tutto in meno dieci giorni di lavoro e mentre alle sue spalle cresce l’ombra di Gasperini, da tempo pupillo di don Aurelio. Intanto tocca a Gattuso imporre un cambiamento di rotta al Napoli. E lui lo sostiene a voce alta, forte e chiara: “Ho accettato questa sfida perché sono convinto di poter salvare la stagione e di arrivare in zona coppe in Europa. Vorrei la prima vittoria che rappresenta la chiave necessaria alla squadra per dare una svolta alla stagione. Sì, la squadra ha bisogno di una vittoria e di una serie di buone prestazioni. C’è la voglia della società e dei giocatori. Devo concentrarmi sul lavoro e spero di poterli allenare con continuità”. L’impegno di Gattuso è totale, ma sul tavolo di lavoro ci sarà pure una fetta di calciomercato o no?: “La mattina attacco alle 8.30 e vado via alle 20, pensate che non ho nemmeno il tempo di rispondere a telefono quando chiama mia moglie. La mia priorità è il campo e cioè allenare chi ho a disposizione, parlare ed ascoltare i giocatori che ci sono e sono forti. Spero naturalmente e con il cuore che firmeranno i rinnovi (Zielinski, Maksimovic, Milik ed anche Callejon e Mertens, ndr), giacchè più forti di loro ce ne sono pochi”. Napoli con la tremarella addosso, la terapia di Gattuso ha scacciato la paura degli azzurri?: “Stanno facendo tutto quello che gli viene chiesto. La squadra deve tornare a fare le cose che già sapeva e credere in quello che si sta facendo. Non è facile dopo due anni al vertice di serie A non vincere per due mesi, è anche logico che subentri la paura, ma la strada è questa. Non esiste un’ultima spiaggia, la squadra c’è e deve riuscire a liberarsi ed a giocare e divertirsi, anche perché le prestazioni offerte con Liverpool e Salisburgo sono di poco tempo fa”. C’è il Sassuolo, dopo la prima andata a male contro il Parma al San Paolo: “Il Sassuolo è forte, ha dei giovani di talento e De Zerbi li sa far giocare. Ecco quello che voglio io: voglio vedere una squadra che sa soffrire senza pensare se vinceremo o perderemo. Voglio anche vedere un’organizzazione di gioco equilibrata e senza andare in panico. Dobbiamo badare a qualità e quantità e concentrarci su ciò che sappiamo fare per migliorare”. Le ansie, le paure devono restare fuori la porta: “Io non ho paura. In questo momento devo essere duro e devo dare tranquillità alla squadra. Penso che col Sassuolo l’ultima vittoria risale al 2014, ma la storia si può cambiare. Oggi come oggi mi aspetto una squadra che ha un’organizzazione di gioco, che sa come muoversi e che sa affrontare gli avversari in ogni zona del campo. Il modulo? E’ il 4-3-3, palleggiando basso e creando superiorità numerica per cercare il tridente in avanti. Tenendo bene il campo si soffre di meno”. Si gira intorno al ruolo di centrale davanti alla difesa. Toccherà a Fabian Ruiz col Sassuolo? Gattuso non si sbilancia: “Fabian ha giocato a due per tanto tempo, o anche da mezzala, ma può fare il centrale. Non è veemente nel recupero palla perché non lo è nelle sue caratteristiche, ma dà ordine al gioco e può fare il centrale”. Gattuso insiste, bisogna ripartire, ci vogliono i gol: “Dobbiamo stare vicini ai giocatori, non hanno bisogno di fischi ma di affetto. Tra i loro piedi la palla non pesa trecento grammi ma dieci o venti chili. Ed è per questo che bisogna aiutarli. Io pazzo di Milik?, sono pazzo di tutti i miei giocatori, Milik mi piace, ne ha passate tante, le pene dell’inferno. Ma anche Callejon, Insigne e Mertens, sono tutti giocatori offensivi che hanno qualità”. Lozano e gli altri, il messicano non è ancora a suo agio. Perché?: “I gol che ha fatto li ha realizzati da attaccante esterno, in questo momento lo vedo più così che come prima punta”. E Mertens, lì da centrale o da esterno?: “Lo vedo in entrambe le posizioni, ha grandi qualità”, ma l’attacco non segna e sbaglia anche le giocate facili per mettere la palla dentro: “In questi casi ci si allena a provare e riprovare senza soste affinchè aumenti la precisione facendo sparire il timore di sbagliare”. Le multe, le paure, la testa che non c’è più, l’avranno ritrovata gli azzurri?: “Me ne hanno parlato il primo giorno e basta. Ora abbiamo dei problemi più gravi come le partite che non si vincono. Puntiamo di riuscire a fare qualche prestazione importante, poi possiamo sederci intorno a un tavolo e risolvere qualcosa. Nel club la pensano come me, priorità al campo. Vorrei la prima vittoria , la chiave è quella, la squadra ne ha bisogno, a quel punto faremmo fatica a fermarci”, e per dirla tutta c’è pure il Barcellona: “Grandi campioni. Ho sentito dire che non abbiamo nulla da perdere, ma quando si gioca brucia sempre. Avremo il tempo di arrivarci comunque e nel migliore dei modi. Ce la giocheremo con la consapevolezza di affrontare una big”. E poi?: “E poi Buon Natale a tutti e una speranza: vorrei vedere il San Paolo pieno”, dipenderà anche e soprattutto dalla squadra, e non solo…