Gattuso "ringhia"...al Napoli a caccia della zona Champions: "Con l'Inter voglio la partita perfetta. Ci sarà da soffrire ma non andiamo in panico. Tocca a noi riaccendere nei tifosi entusiasmo e passione"

L’effetto Inter. E’ in tensione già da un bel po’ il nuovo timoniere interamente proiettato in pensieri parole ed opere sulla Beneamata che sbarca al San Paolo con il cipiglio della grande, e Gattuso “ringhia” come non gli era mai capitato prima. Tra l’altro inizia il periodo di fuoco con una serie di partite da mal di capo. Non si risparmia il nuovo medico di famiglia che si tuffa nel match con la squadra di Conte senza pensarci due volte: “C’è bisogno di una grande prestazione contro questa Inter che è una delle squadra più forti del campionato anche per la qualità di gioco. Non pensiamo al ciclo terribile che ci aspetta. Affronteremo tutte grandi squadre e se contro di loro facciamo partite come quelle del secondo tempo contro il Sassuolo, soprattutto gli ultimi 25, 30’, beh ne usciremo bene”, cominciando con l’Inter?: “Ci vuole concentrazione per ripartire bene: soffrire, tenere botta e non pensare ed ora che cosa succede. Dobbiamo essere consapevoli di dare agli avversari la sensazione di trovarsi di fronte ad una grande squadra. A questa Inter Conte ha dato soprattutto la mentalità, sanno soffrire anche una partita intera abbinando grandi qualità. Conte fa giocare i suoi da squadra. Ecco, mi piacerebbe vedere questo anche dai miei ragazzi”. Una sensazione che deve diventare certezza per chi è dall’altra parte del campo, cioè l’Inter: “Dobbiamo migliorare su come mantenere il campo, su come soffrire, i margini ci sono e sono anche ampi. Voglio rivedere nei ragazzi l’entusiasmo che ho visto dal primo giorno nei loro occhi, mi stanno dando tutto”. Gattuso non ha nostalgie per il vecchio derby di San Siro, Napoli-Inter è un’altra cosa: “Il passato è passato, dobbiamo rispettare l’Inter di oggi: ha una grande mentalità e vanta grandi giocatori”. Proprio così, contro un’Inter che segna a raffica bisogna attrezzarsi: “Serve compattezza difensiva. Col Sassuolo qualcosa di buono si è vista. Mi piace continuare su questa strada. D’altronde Roma non è stata costruita in un giorno, dobbiamo aver pazienza e limitare i danni”. Peccato per Koulibaly, non si è ancora ristabilito. Proprio ora che c’è bisogno di lui: “Se fosse per lui scenderebbe in campo, ma non voglio rischiare. Chi giocherà accanto a Manolas? C’è Luperto e c’è anche Di Lorenzo”. Un altro problema, il centrale davanti alla difesa. Come fare? Elmas, Gaetano, Zielinski, Fabian Ruiz, Allan, a chi toccherà?: “Di Allan sappiamo tutto. Anche io da calciatore ho fatto il vertice basso ma non era nelle mie qualità. In quel ruolo bisogna essere ordinati. Vediamo come sta Fabian Ruiz, lui e Gaetano sono in realtà dei vertici bassi. Gli altri li ho provati da mezze ali. Non ho detto che Fabian con il Sassuolo non mi è piaciuto. Quando vedo che uno si sbatte e ci mette l’impegno mi sta bene e provo grande fiducia in lui: Fabian per questo avrà sempre il mio sostegno”. E poi c’è Insigne, ancora non è esploso caratterialmente: “E’ penalizzato dall’essere napoletano. Ha fatto molto nella sua carriera. Io dò il cuore ai miei giocatori e quando vedo che non mi prendono per il c… sono disponibile a tutto. Tra l’altro Insigne quando le cose non vanno bene è il primo che prende insulti”, ma ancora non è leader, non sarà mica Gattuso il vero leader di questa squadra?: “Per essere leader devi dare l’esempio, come arrivare un paio d’ore prima agli allenamenti. Io leader?, No, io devo fare l’allenatore. Vuol dire che devo responsabilizzare di più uno o più di uno di loro”. Un altro capitolo è Lozano, non è quello che tutti si aspettavano, come mai?: “Deve migliorare, non venti o trenta scatti a partita, ne deve fare almeno cento, centoventi. Negli ultimi due anni ha giocato a destra nel 4-3-3. Dicevo che deve migliorare perché può essere importante per noi. Lo voglio vedere vivo e col veleno in corpo. Intanto Callejon ora come ora è più avanti di lui”. E contro l’Inter non ci sarà nemmeno Mertens, per un affaticamento muscolare: “L’abbiamo mandato per due, tre giorni a casa dall’uomo di fiducia per farsi manipolare. Tornerà mercoledì sera”. L’attesa sfibrante, c’è voglia di vedere come sarà il Napoli di Gattuso dopo la sosta: “Voglio un Napoli che non va in panico quando ci sarà da soffrire. La squadra ha le qualità giuste da far emergere. Dobbiamo tenere bene il campo e non deve pesare fare una corsa in più”, cosa serve per tenere testa all’Inter, palleggiare o ragionare facendo calcoli?: “Un po’ delle due cose, ma soprattutto dobbiamo tirare fuori le nostre qualità, d’altronde chi non osa non può sbagliare, per annusare il pericolo serve la paura di sbagliare”, l’Inter a distanza siderale, per il Napoli è l’ultimo appello per lanciare la rincorsa verso la zona Champions, o la va o la spacca: “Ripeto, ci sarà da soffrire ma non andiamo in panico. Voglio che la squadra giochi insieme e che riesca ad attaccare e difendere in maniera perfetta”, da una vita il Napoli non vince al San Paolo, la gente si è allontanata dal Tempio: per riportare i tifosi a Fuorigrotta cosa fare?: “Dobbiamo essere in grado di riaccendere la miccia della passione: ne siamo tutti noi responsabili”. Il 9 gennaio Gattuso festeggia il suo compleanno, cosa desidera Ringhio come cadeaux dagli azzurri?: “Un solo regalo: far ritornare l’entusiasmo al San Paolo”. Giusto, si deve e si puo’…