Allarme Gattuso: "Attenzione, il Lecce è squadra trappolara. Per noi è come una finale Champions. Voglio vedere i ragazzi col veleno negli occhi e il coltello tra i denti"

Tensione a mille, aria da battaglia: Ringhio è sul piede di guerra e declama il suo vangelo, vuole tutti con la guardia alta, il Lecce rappresenta un grande pericolo per gli azzurri e Gattuso spiega il perché: “C’è una grande trappola, l’hanno preparata per noi che abbiamo tutto da perdere. Il Lecce ti palleggia in faccia, bisogna fare attenzione altrimenti sarà molto difficile. Loro giocano a viso aperto e ti possono far male. Dobbiamo prepararci bene mentalmente. Voglio vedere la stessa cattiveria delle ultime partite. In campo bisogna muoversi, dobbiamo essere bravi a leggere le situazioni”. Faccia a faccia con Liverani: “Fabio ha fatto bene quando ero al Pisa, si salvò con la Ternana. Liverani fa giocare bene le sue squadre. Il Lecce ci prova sempre. Faccio i complimenti a lui, sta facendo un grandissimo lavoro”. I rischi ci sono: “Nella partita con la Fiorentina abbiamo toccato il fondo. Non ci voglio pensare. La consapevolezza di essere una squadra forte c’è. Valiamo 30 punti oggi. Insigne ha detto che tutti abbiamo fatto danni. Anche io ho fatto danni. La cosa più bella è che abbiamo riacceso l’entusiasmo in città. Quando il ferro è caldo bisogna batterlo, così si dice a casa mia. D’altronde i singoli sono forti”. Gli impegni si susseguono, tre partite in una settimana, ma Gattuso non si spaventa, i ranghi sono al completo: “Pensiamo ad una partita alla volta. Abbiamo 4 difensori centrali. Se stanno bene, Di Lorenzo torna al suo posto. Poi abbiamo tre terzini che possono diventare quattro se rientra Ghoulam. Koulibaly sicuramente giocherà dal primo minuto”. Il Napoli innanzitutto, tutto il resto viene dopo: “Ho un contratto di 1 anno e mezzo più l’opzione. Il mio futuro non ha importanza, penso all’oggi. Sono orgoglioso e contento della possibilità che mi è stata data. Non è il mio contratto la priorità, penso piuttosto a far crescere i miei giocatori”. La partita di Marassi tirata in ballo per far intendere a tutti cosa vuole Gattuso: “Per il gioco che vogliamo fare dobbiamo stare sempre in movimento. Non dobbiamo impaurirci, dobbiamo essere bravi su questo. Quando vedo che i difensori e il portiere non vogliono giocare capisco che dobbiamo migliorare sotto questo aspetto. Se facciamo le cose a metà finisce male. C’è stato l’eurogol di Quagliarella, poteva finire diversamente senza quel tiro”. Forse ci siamo, quello di oggi è il Napoli di Gattuso?: “La soddisfazione è durante la settimana. Sono contento per come la squadra riesce a lavorare, per l’impegno che ci mettono e per la quotidianità. Se stuzzichi i ragazzi con una novità la recepiscono subito. Abbiamo fatto carichi di lavoro pesanti, a livello fisico abbiamo cambiato qualcosa. Mi hanno dato tutti grande disponibilità. Spero che questo entusiasmo non venga mai meno. I complimenti non vanno fatti a me, ma ai ragazzi”. Una forza il centrocampo con Demme e Lobotska, ma anche Elmas è un punto di forza: “Non a caso ha fatto gol a Genova. Per fare il 4-3-3 serve questo tipo di gioco. Qualcuno non gioca, pazienza. Sono contento di avere la difficoltà di scelta. So che non è bello quando uno non gioca. I ragazzi sanno che non racconto barzellette. Capita a tutti di fare delle scelte”. Un pallino la continuità: “E’ importante: Fabian ha avuto la febbre, non è al cento percento. Ho parlato con Allan, non è al top. Voglio sentire con le mie orecchie che stanno bene. Allan ce la sta mettendo tutta per recuperare la condizione fisica”. Già, le scelte. Come a Marassi: “Mertens non l’ho inserito dopo il rigore di Gabbiadini per il gol preso, l’avrei fatto comunque. Se finiva 2-2 sarebbe stato come perderla. Sarebbe stata una mazzata”. Darci dentro a tutta forza, Gattuso non scherza, contro il Lecce come contro il Barcellona, i pugliesi non scherzano: “Non possiamo sottovalutarli. Non dobbiamo sbagliare, ci prepariamo per andare a battagliare. Dobbiamo rispettarli. Siamo da 3-4 giorni in sala video. Anche loro ci studiano, questa partita vale più di tre punti”. Una citazione di Sandro Mazzola conforta ma non troppo Gattuso sul piano personale: “Ringrazio Mazzola per i complimenti. Non ci casco però su queste cose. Da giocatore a Milano dicevano che al posto dei piedi avevo due ferri da stiro. Da allenatore mi attaccano se perdo una partita. Ma io non mi deprimo quando mi massacrano, ho la mia idea di calcio, questo lavoro mi diverte. La cosa più bella è stare col fischietto in bocca per due ore in campo”. C’è chi crede sempre nella Champions, e Gattuso come la pensa?, in realtà ci crede anche lui: “So che è difficile, ma voglio vedere nella consapevolezza la forza di questa squadra. Voglio vedere la continuità, soprattutto negli occhi dei miei ragazzi”. Il tandem: Milik e Mertens possono giocare insieme?, Milik non fa salire la squadra: “Per quanto mi riguarda non sono alternativi. Il problema non è Milik, è uno dei più forti attaccanti. Ce ne sono pochi così in giro per il mondo. In campo bisogna muoversi altrimenti succede che Milik si ritrova sempre da solo con quattro difensori addosso”. Può essere importante Politano?: “E’ un giocatore forte, gioca a piede invertito. Ha tecnica e può darci una grandissima mano, così come Josè Callejon. In tutte le posizioni abbiamo giocatori bravi”. A che punto è Lozano?: “Sta lavorando. Deve proseguire così. Non ho nulla contro di lui, ho fatto delle scelte. So che sta soffrendo perchè non sta giocando. L’ho studiato, so che e’ un patrimonio della società. Secondo me puo’ fare qualcosa anche a sinistra, è più a suo agio. Col ragazzo ci parlo anche se non ha una grande chiacchiera, dobbiamo metterlo in condizione di farlo giocare”. Chi andrà in campo Meret o Ospina?: “Non lo so. Ho visto che ha giocato il 60% Meret e il 40% Ospina e c’è pure Karnezis, un portiere pure lui forte. Mi rompete sempre le scatole. Meret è forte e giovane. Ed io faccio delle scelte per il bene della squadra”. Tutto daccapo il lavoro nel Napoli per salvare la stagione, ma i rischi ci sono sempre: “Ho paura, non ho fatto nulla per entrare nella testa dei giocatori. Ho detto alla società cosa volevamo fare. Serve del tempo. Sono andato subito alla ricerca di quello che volevo ed è stato un errore. Se inizi a fare una cosa e poi fai un passo indietro, dai segnali sbagliati. Qualche errore c’è stato, l’ho commesso, ho sbagliato. Ho preferito prendere qualche legnata prima, ma non ho scombussolato mentalmente i miei giocatori. Il lavoro più difficile è far rispettare le regole. Rispettando le regole si va tutti insieme nella stessa direzione, quello che ci vuole”. Si guarda soltanto alla partita con il Lecce, il Napoli di Gattuso si gioca tutto contro la squadra di Liverani: “Non guardiamo la classifica. Sono scaramantico anche io. Dobbiamo andare in campo col coltello tra i denti e giocare col veleno addosso, per noi è una finale di Champions”. La Champions è comunque nella testa di tutti. Possiamo pensarci o è sbagliato? “No, non è sbagliato…”.