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In otto minuti svaniscono le illusioni azzurre nella rincorsa Champions. Fatale l’inizio della ripresa di un Napoli che di cose belle ne aveva fatte, tenendo a distanza l’Atalanta di Gasperini prima di un inaspettato black-out in cui si è determinato un risultato che fa torto alla squadra di Gattuso, apertamente colpevole di un approccio sballato all’inizio della seconda parte: tutti o quasi tutti gli azzurri con la testa tra le nuvole, c’era in campo un altro Napoli e non più quello che aveva tenuto a distanza la Dea prudente e attenta come mai le era capitato in questa stagione, difronte al buon e al bel gioco del team di capitan Insigne. L’Atalanta si era ben tenuta coi piedi per terra, probabilmente intimorita dalla forza e dalle qualità espresse dalla squadra di Gattuso, ben messa, disinvolta caratterialmente al punto da non consentire nulla agli avversari costretti a lanci lunghi nell’incapacità di giocare con padronanza palla a terra, come di consueto. Chiuso Zapata, inefficace la regia del Papu Gomez, sotto pressione invece il reparto difensivo della Dea. Gattuso aveva richiamato in servizio Di Lorenzo, Mario Rui, Demme, Zielinski, Politano e Ospina, costretto a lasciare il posto a Meret per un colpo alla fronte incassato poco prima della mezzora di gioco. Ma nulla lasciava immaginare di quello che sarebbe successo di lì a poco. In realtà è cambiato tutto da un momento all’altro, c’è stato anche un errore di Fabian Ruiz a rilanciare l’Atalanta che è andata a segno prima con Pasalic (47’) e poi con Gosens (55’) con la difesa azzurra del tutto scoperta, negli otto minuti di inaspettata follia, quello che è servito alla Dea per consolidare il quarto posto in classifica. Inefficaci purtroppo le contromosse adottate da Gattuso che ha infilato Milik per Mertens, Lobotka per Demme e Lozano per Insigne. Il messicano qualcosa di buono l’ha fatto, ma non si è mai ritrovato nella condizione di poter cambiare un risultato ormai saldamente nelle mani dei calciatori di Gasperini, impauriti e prudenti nella prima parte ma padroni del campo grazie agli otto momenti di straordinaria follia. Scontati il rammarico e la rabbia di Rino Gattuso nel dopopartita: “Sono molto arrabbiato. Avevamo la partita in mano, l’abbiamo buttata. Abbiamo fatto ottanta minuti da zero a zero per poi regalare dieci minuti all’Atalanta. Abbiamo commesso due errori, al di là di quello fatto da Fabian. Il primo gol ce lo siamo fatti da soli. La squadra invece di giocare ha pensato a lamentarsi con l’arbitro e con i guardalinee, perdendo energie e provocando un calo di tensione. Difatti abbiamo sbagliato tanto anche negli ultimi 25 metri, dovevamo e potevamo fare di più”. Forse l’impresa impossibile di recuperare qualcosa sui dodici punti di distanza, avrà avuto contraccolpi negativi: “Dodici punti erano un’enormità, ma gli alibi non esistono. Cosa resta da fare? In questo mercato non faremo granchè. Ecco perché dobbiamo alzare l’asticella giacchè molti rimarranno”, l’intoppo non sarà stata la testa rivolta alla sfida con la squadra di Messi in Champions?: “Non possiamo mollare pensando al Barcellona…”, chiaro?