Felici e scontente, è questa l’aria che si respira nel Napoli Femminile che contro il San Marino non è riuscito ad andare oltre il pareggio senza reti, ottenendo il primo punto nella sua preoccupante classifica piuttosto arida e avara, l’ultimo posto. Sul piano tecnico le girls di Marino hanno per buoni tratti anche ben manovrato nella zona centrale giocando con palla a terra, ma operando troppo smesso con lanci in profondità che non hanno prodotto nulla di importante e di particolare negli sbocchi della prima linea, priva di concretezza nella fase conclusiva. Battagliera e invece puntigliosa la difesa, col coltello tra i denti e con tantissima tensione. Irruenza, tutti a caccia del pallone, entratacce durissime sui due fronti. Nulla però di bello e di buono. Le azzurre hanno comunque dato tutto quello che hanno potuto, considerando le problematiche che ha creato il virus decimando i ranghi e dall’emergenza dal quale il gruppo è appena rientrato. Sul campo lo scontro con il San Marino talvolta è stato durissimo e proprio per questo di cose belle ce ne sono state piuttosto poche tra cui quella di grande risalto e importanza ai fini del risultato è la parata di Catalina Perez su calcio di rigore assegnato alle giocatrici del Titano verso la fine del primo tempo dall’arbitro Angelucci con eccessiva larghezza di mano su di un intervento della stessa Perez su di un’avversaria. Va detto che Angelucci intorno alla mezzora aveva sorvolato su un discutibile fallo di mani nell’area del San Marino. Una battaglia durissima anche il secondo tempo. Di buono per il Napoli c’è una traversa colpita dalla Jansen poco prima della mezzora, con una conclusione improvvisa da non indifferente distanza. Troppo poco, comunque. E sul piano della sostanza lo scontro è finito lì. Sì, troppo poco comunque per una squadra che si trova sull’ultimo scalino della graduatoria e che ha un bisogno assoluto di porsi su di una strada diversa da quella attuale per non rischiare di bruciare quanto di buono ha fatto nella scorsa stagione, trionfando con la promozione in A. Cosciente del momentaccio, amareggiato e risentito l’allenatore Marino che aveva sperato in ben altro e che nelle sue considerazioni di fine partita ha criticato apertamente l’operato del direttore di gara. Un giudizio di certo valido, ma non del tutto e che ragionandoci sopra assume un po’ il sapore di un alibi, seppure comprensibile: “Ci prendiamo questo punto però abbiamo più di un motivo da recriminare. Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto nel primo tempo. E’ molto chiaro che siamo stati penalizzati, peccato perché gli episodi potevano indirizzare diversamente la gara. Sono comunque soddisfatto di quanto abbiamo fatto vedere, nonostante le ragazze fossero molto tese per l’’importanza della gara. Forse per questo abbiamo attaccato più in modo verticale rispetto al solito, però ci tengo ad elogiare la difesa che non solo non ha preso gol ma ha retto l’urto molto bene con alcune prestazioni delle singole calciatrici davvero di buon livello”. L’arbitro d’accordo, ma c’entra fino ad un certo punto. E’ pur vero che la tensione nelle ragazze azzurre si leggeva pure ad occhi bendati. Ma non c’è voglia di arrendersi. La Di Criscio, graduata di giornata per l’assenza della capitana Di Marino ferma per un problema alla caviglia, diffonde fiducia e ottimismo: “Dobbiamo considerare questo risultato un punto di ripartenza perché siamo riuscite ad accorciare sul Bari e a non far scappare il San Marino, stiamo trovando la quadra in attesa di qualche recupero importante”, la classifica resta pesante e lo stato maggiore del club riflette sul da farsi. La fiducia nel mister c’è, ma c’è pure chi freme e punta i piedi…