Al San Paolo vola il Milan, il Napoli no: 3 a 1 con doppietta di Ibrahimovic. Gattuso furioso processa la squadra: "Giochiamo senza veleno e non abbiamo la mentalità giusta"

Al San Paolo il diavolo è Ibrahimovic che spiana la strada al Milan con due gol,  Milan che poi chiude e legittima il match con il terzo gol di Hauge, arrivato al quinto minuto del tempo di recupero. Il Napoli aveva già dato tutto quello che poteva nel tentativo di accorciare le distanze sulla doppietta del gigantesco attaccante svedese ed ha lasciato il campo sfinito, dopo aver accorciato le distanze con Mertens (63’) nel momento del massimo sforzo. Due minuti dopo il gol del Napoli –  ed in pieno rilancio – il cartellino rosso per Bokayoko dopo il secondo giallo, ha tuttavia frenato la rincorsa degli azzurri ormai in dieci e che possono recriminare su di una traversa colpita da Di Lorenzo ma anche su di una serie di occasioni sprecate sotto rete durante l’intero match davanti a Donnarumma, o comunque non sfruttate pienamente, il solito problema insomma. Ma bisogna aggiungere anche qualcos’altro, quello che il Napoli purtroppo non ha, soprattutto nella mentalità, la ferocia: il Milan ha mostrato più cattiveria, maggiore decisione, più corsa e quella profondità nel gioco a cui gli azzurri spesso rinunciano optando per tocchetti e passaggi corti che rallentano l’azione offensiva, le conclusioni e che non portano da nessuna parte. E’ un malanno antico, purtroppo, che si è manifestato anche con il Milan che è volato al primo posto in classifica e determinato al San Paolo la seconda sconfitta in campionato degli azzurri, al terzo risultato negativo in assoluto della stagione considerando anche quello in Europa League contro gli olandesi dell’Az. Per Gattuso quello che è successo al San Paolo contro il Milan è insopportabile e Ringhio non ha potuto frenare delusione, amarezza e l’esplosione di una  rabbia furente e scatenata nel dopopartita: “Abbiamo fatto tutto noi, ci siamo fatti male da soli. Succede sempre qualcosa quando arriva la partita importante, non ci stiamo con la testa. Invece di pensare a giocare con il coltello tra i denti, facciamo i professorini, cosa che a me non piace. Il nostro step è la mentalità che non abbiamo”. L’assenza di Osimhen ha pesato? “Con Osimhen puoi giocare di più in verticale, quello che ci è mancato. Mancava anche veleno e la voglia di soffrire. L’abbiamo avuta in tante gare e soffriamo quando viene a mancare. Ma le occasioni le abbiamo avute, siamo stati ingenui. E’ una sconfitta che ci deve far riflettere, soprattutto a livello mentale. Non è che quando prendiamo un gol iniziamo a giudicare i compagni. Ci sono cose e atteggiamenti che a me non piacciono e su cui mi batto da mesi. Quando non funziona qualcosa andiamo sempre alla ricerca di alibi. Questo è un problema che devo risolvere io, sono il primo responsabile perché sono l’allenatore”.