Roba da mangiarsi le mani: in un momento fatale il Napoli perde la partita con la Beneamata su di un calcio di rigore provocato da una manata di Ospina sul piede di Darmian. Ma non è tutto, prima del penalty calciato e realizzato da Lukaku (72’) che spiazza il portiere preferito di Gattuso, l’arbitro Massa estrae il cartellino rosso per Insigne, al quale viene addebitato un “vaffa…” nei suoi confronti, un’accusa che nelle immagini e nelle interpretazioni del “parlato” il capitano respinge fermamente (“non l’ho detto io”, la frase ribattuta da Massa, sempre attraverso il labbiale: “mi vuoi prendere per scemo…”). Il danno e la beffa, insomma. Il Napoli si è ritrovato sotto di un gol e ridotto in dieci, dopo aver dominato e controllato il campo con intelligenza tattica, attraverso un abile possesso palla dalla propria difesa alla trequarti, imbarazzando l’Inter raccolto nella propria metà campo. Naturalmente guardato a vista Petagna – subentrato a Mertens vittima di una distorsione alla caviglia destra – ma soprattutto un’Inter devastata sulla sua fascia sinistra da uno scatenatissimo Lozano che ai nerazzurri ha fatto vedere i sorci verdi. In un certo senso però è da definire anche la “partita della paura” giocata a ritmi nient’affatto proibitivi sui due fronti, mentre Insigne pilotava sapientemente la regia. Forse una questione di rispetto reciproco saldato sul principio sacrosanto di non prenderle. Poi la svolta improvvisa e sanguinosa per il Napoli sotto di un gol e ridotto in dieci da un istante all’altro. Un’ironia, proprio da quel momento è venuto fuori il miglior Napoli con la rabbia in corpo, poco propenso a lasciare i tre punti: Gattuso si è giocato tutte le carte in suo possesso ma sulla scena è intervenuto Handanovic che nell’agitatissimo burrascoso finale ha sfoderato un paio di miracolosi interventi, quello più importante su Politano. Il capitano interista ha beneficiato anche di un palo centrato da Petagna in giravolta e da un errore di Di Lorenzo che anziché servire l’ex attaccante spallino solo davanti alla porta, ha sciupato tutto attraverso una soluzione personale senza testa e senza sbocco. Comunque quanto bastava per terrorizzare Conte che tirava fuori un attaccante a beneficio di un altro difensore. Nel dopopartita è esplosa l’ira di Gattuso che ha avuto più di qualcosa da ridire, a proposito del penalty e del rosso a Insigne. Furioso il mister azzurro: “Ho detto a Massa che due minuti prima dell’espulsione aveva fatto i complimenti ad Insigne e poi lo butta fuori perchè lo manda a cagare. Queste cose succedono solo in Italia. In Inghilterra se dici “vaffa” gli arbitri non ti fanno niente”, Ringhio ripete il suo punto di vista: “Il capitano del Napoli non può essere buttato fuori perché manda a cagare l’arbitro dopo un rigore dubbio. Vuol dire chè è uno permaloso e che questo lavoro non lo capisce. Stiamo giocando tanto e una parola può scappare. Allora quando giocavo io cosa dovevo fare, una partita sì ed una no? Un vaffanculo dopo un rigore ci può stare. Solo in italia si buttano fuori i giocatori per una cosa così. Stiamo giocando tanto, non si può far rimanere una squadra in dieci uomini. Cosa ha detto Insigne a Massa?, “Vai a cagare”. Non è una cosa che mi invento io. L’ottanta per cento delle volte facciamo finta di niente, poi ci svegliamo con la luna storta e per far veder che abbiamo personalità buttiamo fuori i calciatori: dico che o si buttano fuori sempre i giocatori quando dicono “Vaffancuolo” o “merda”, oppure no”. Nel complesso una beffa e Ringhio spiega perché: “In campo abbiamo dominato noi…”.