Irritato con garbo. Alla sua maniera Ancelotti che respinge una settimana rovente di forti critiche e velenose polemiche rivolte a lui e ai suoi giocatori: lui però lo sa e non lo nega, strada facendo il Napoli è cambiato e parecchio pure. Ed è successo che dagli altari conquistati e sui quali era stata innalzata fino a dicembre, la squadra è precipitata e travolta nella polvere di giudizi pesantissimi e valutazioni negative, dovute ai risultati e alle prestazioni fornite da qualche tempo a questa parte. Fuori dalla lotta scudetto da tempo, fuori dalla Coppa Italia, dalla Champions e dall’Europa League. Cosa resta del team che doveva dare battaglia per il primo posto e che ora si trova ad una distanza siderale da chi ha vinto in anticipo l’ottavo titolo consecutivo? “L’intenzione è quella di fermare questo momento negativo. Vogliamo conservare, tenere questo secondo posto che molti non hanno considerato o non considerano”. Per Ancelotti il classico bicchiere è mezzo pieno, anzi di più. Positive in assoluto le sue valutazioni, nell’insieme: “Vedo un ambiente un po’ troppo negativo. Si parla di fallimento. Si parla perfino del mio salario, mah. Nessuno aveva detto che avremmo vinto campionato e Champions. Il rammarico è per la Coppa Italia. Siamo e restiamo competitivi. Ed è importante poter partecipare alla Champions. Leggo di analisi sullo stato fisico e non sono vere. Su venti partite abbiamo vinto molte gare senza un eccessivo dispendio di energie. Ad ogni modo la mia analisi al momento è positiva. Ho conosciuto l’ambiente, i giocatori e la società. E si va avanti con fiducia. Vedo una squadra forte con dei limiti che verranno limati nella prossima stagione. Sono molto felice di essere qui dove ho trovato la società giusta per le mie idee sul calcio e che mi dà un grandissimo supporto. Tutto il resto sono chiacchiere”. Già, la Champions, un boccone amaro dopo le prestazioni con il Liverpool e il Psg, poi l’Arsenal in Europa League, tutto e il contrario di tutto: “Il primo tempo con l’Arsenal è stato condizionato dall’aspetto tattico, non mi risulta un calo fisico. E’ invece calata la motivazione mentre con l’Atalanta ci siamo smarriti alle prime difficoltà. Ci pesa essere usciti dall’Europa League, condiziona la prestazione. Limiti di personalità che vanno limati”. Ancelotti nega l’esistenza di un caso Insigne che contro il Frosinone non ci sarà per un problema fisico: “Bisogna aiutarlo mettendolo in condizione di esprimere tutto il suo potenziale attraverso la strada del lavoro. Mi dispiace che a Frosinone non ci sarà”. Però ci sono problemi in attacco: “Il problema è che la squadra non è più aggressiva come ad inizio di stagione. Il girone di ritorno non è stato all’altezza dell’andata, tutto è legato al fatto che bisogna tenere alta la concentrazione e gli stimoli”. Per la prossima stagione c’è da colmare la distanza dalla Juve: “Non è un gap con la Juve. Serve piuttosto una maggiore attitudine da parte di tutti. Serve tempo, ma si può fare”. Proiettati nel futuro sui binari degli arrivi e partenze. Ancelotti è ancora disposto ad incatenarsi nell’ipotesi di cessione dei più forti? “Non c’è nessuna intenzione di vendere per fare un mercato positivo, il Napoli farà un mercato secondo le nostre idee, chi vuole andar via non lo terrò forzatamente”. I tifosi vogliono l’impegno massimo. E’ un problema? “Non siamo maghi, il massimo impegno non mancherà. I tifosi lo meritano, lo garantisco, Ce la metteremo tutta”. Col Frosinone c’è da riorganizzare la difesa con Albiol disponibile al rientro a partita in corso e il centrocampo dove mancherà Allan per un problema muscolare, come per il capitano. In avanti con l’assenza di Insigne è scontato il tandem Mertens-Milik.