Distrutto il Genoa, affondato da un Napoli scatenato che infligge ai rossoblù di Maran una severissima lezione nel punteggio e nel gioco: sei gol a zero, un risultato addirittura più pesante di quel sei a uno che nel 2011 al San Paolo costò la panchina a Malesani nel confronto con Mazzarri su quella azzurra. Lozano con una doppietta, Zielinski, Mertens, Elmas e Politano hanno oscurato l’impresa di allora che fu realizzata da Cavani con due gol, da Hamsik, Pandev (stavolta sull’altro fronte nella seconda parte con l’altro ex Valon Behrami), Gargano e Zuniga. Il Genoa di ieri è durato fin troppo poco, dopo appena dieci minuti ha incassato il gol di Lozano resistendo sino alla fine del primo tempo, prima di sprofondare definitivamente nella seconda parte quando ha incassato un altro gol, quello di Zielinski, dopo appena ventisei secondi. L’unica vera possibilità per il Grifone l’ha sprecata Lerager. Poi i gol degli altri azzurri, senza subirne alcuno da parte dei rossoblù. Ne sarà soddisfatto in particolare Gattuso visto che lì dietro il Napoli ha mostrato di essere inviolabile in queste due prime partite della nuova stagione. E non solo. Ringhio ha spedito la squadra in campo all’inizio con ben quattro attaccanti e cioè con Lozano, Mertens, Osimehn e Insigne che ha tuttavia lasciato il terreno di gioco dopo appena venti minuti per un problema muscolare alla coscia sinistra, sostituito da Elams. Sull’infortunio del capitano se ne saprà di più in giornata. In campo tuttavia le cose non sono cambiate, Gattuso ha avuto addirittura modo di variare più volte il sistema di gioco, passando dall’iniziale 4-2-3-1 con Fabian Ruiz e Zielinski a centrocampo, al 4-4-2 e al 4-4-3, insomma di tutto, con risultati estremamente lusinghieri sul piano della sostanza con Lozano addirittura autore di una doppietta e con a segno finanche Elmas e poi Politano, dopo i gol di Zielinski e Mertens. E non c’è nemmeno da rammaricarsi per Osimhen. Il nigeriano ha cercato ma non trovato il suo primo gol italiano. Lì davanti ha invece trasformato la squadra con i suoi allunghi, la sua profondità, colloquiando con gli altri, triangolando velocemente con loro ed aprendo varchi per gli inserimenti dei compagni. Certo, ha tentato la via delle rete inutilmente cercata ma ha messo il suo zampino con uno splendido colpo di tacco nell’azione che smarca Zielinski in gol. Osimhen si è visto perfino in difesa, quando ha perentoriamente liberato nell’area azzurra sulla pressione del Genoa nel finale di primo tempo. Dopo non c’è più stata storia, il Genoa è letteralmente crollato sotto i colpi proibiti degli azzurri. Dopo la bella prestazione di Parma in chiave personale si è rivisto un ottimo Lozano, autore della sua prima doppietta italiana, ormai diventato un giocatore importantissimo in tutti gli scacchieri tattici utilizzati da Gattuso, così come in questa nuova stagione è risorto Koulibaly, vecchi tempi, mentre Elmas è un quasi jolly sul quale Ringhio può sempre contare come su Lobotka, entrato quando il Napoli ha abbandonato il modulo d’apertura per schierarsi a tre a centrocampo, una mossa che ha dato solidità alla squadra e annullato qualsiasi velleità al Genoa. Una nota positiva per Ghoulam infilato nel finale al posto di Hysaj sul quale si è affidato Gattuso per la fascia sinistra. Una nota un po’ stonata la turbolenza tra Masiello e Osimhen a qualche minuto dalla fine. Il Napoli c’è. Gattuso però va nei particolari e racconta la partita che ha vissuto dalla panchina: “E’ un risultato bugiardo perché se Zielinski non fa gol a inizio del secondo tempo, avrei messo un altro centrocampista perché c’era poco equilibrio e sarei passato al 4-3-3. Dobbiamo migliorare. Non sono contento in fase di non possesso. Non mi è piaciuto neanche il palleggio. Comunque la squadra è in crescita. ” Lozano scatenato, un’arma in più per il Napoli: “A Lozano non sto regalando nulla. E’ un giocatore diverso. Ha forza nelle gambe e ora quando calcia non cade a terra come i ragazzini. Lo scorso anno non era al meglio dal punto di vista mentale e fisico”. La partita di Osimhen? “Dà la possibilità di fare qualcosa di diverso e quando attacca gli spazi diventa pericoloso”. Koulibaly probabilmente resta in azzurro: “Spero fino all’ultimo giorno che non arrivi qualche chiamata”, La prossima sfida è con la Juve di Pirlo, ex compagno nel Milan e nella nazionale campione del mondo nel 2006: “Mi aspetto una sfida tra Napoli e Juventus. Mi auguro di giocarci contro ancora tante volte. E’ strano però. Perché nove anni fa eravamo protagonisti in campo. Su di me nessuno avrebbe scommesso un centesimo, invece la carriera la sto facendo. Avevo detto che sarebbero stati cavoli suoi. Ora deve dimostrare di essere bravo”.