Non ci resta che vincere .Magari fosse facile. Torna la Vuelle al Paladelmauro, quella stessa che avremmo dovuto divorare lo scorso anno all’esordio e che invece ci regalò un avvio disastroso. Da allora tutto è radicalmente mutato .Di quelle due formazioni restano ancora in sella solo i coach e lo zero in classifica, il resto è ancora da scoprire. Avellino ha messo sotto contratto Anosike e Trasolini, gli artefici della rapina , mentre Pesaro dopo aver sistemato l’asset societario con la nomina di Luciano Amadori a nuovo presidente si prepara a due trasferte terribili come Avellino e Reggio Emilia, coltivando la segreta speranza di rinnovare il colpaccio.
Dopo il pesante tonfo dell’esordio con Brindisi , del resto ampiamente prevedibile ,la formazione marchigiana apparsa povera di idee e ricca di tanta approssimazione ha cominciato a porre ordine nei propri schemi ,mostrando con Varese una maggiore reattività sui palloni vaganti e sui rimbalzi , coniugata ad una diversa lucidità in attacco. Il merito è riconducibile ai suoi uomini migliori come Anthoni Myles ,capace di sfiancare la difesa avversaria ed al suo capitano Bernardo Musso ,collante onnipresente. Il resto è ancora un cantiere aperto ,dove non sarà facile per Sandro Dell’Agnello far capire a ragazzi di belle speranze, appena catapultati dai college americani e senza alcuna esperienza, che il campionato italiano non è proprio un affare per gentiluomini e che diventa fondamentale la capacità di adeguarsi in tempi rapidi al gioco europeo se ci si vuole guadagnare il rispetto di una terna arbitrale quasi sempre pronta a privilegiare l’esperienza a discapito della tecnica. Ne sa qualcosa Laquinton Ross , ragazzo tecnicamente dotato, stella adorata nel campus di Ohio State ma decisamente pesce fuor d’acqua contro la formazione del Poz. Comunque sia i progressi della Vuelle sono evidenti e la Sidigas non può e non deve attendersi una passeggiata. La Scandone è obbligata a muovere la classifica, dopo aver pagato pesantemente con Venezia e Cantù il peso di una preparazione approssimativa. Dopo Pesaro c’è ancora un appuntamento interno, ma con la corazzata Milano e un ulteriore insuccesso aprirebbe una crisi dalle conseguenze imprevedibili. Finora lo zero in classifica non ha pesato più di tanto, perché si è perdonato alla squadra il ritardo di preparazione che ha decretato lo schianto nel finale prima con Venezia e poi con Cantù. La scorta di alibi ora è in riserva. C’è da capire una volta per tutte di che pasta son fatti gente come Gaines, Banks ed Harper. C’è da mettere fieno in cascina confinando al bando qualsiasi sogno di mezza estate e l’occasione con Pesaro potrebbe rilevarsi irripetibile. C’è da raggiungere in tempi brevi la quota salvezza, c’è da stringere i denti, ,c’è da rimediare in fretta al calo fisico dei minuti finali ed alla gestione confusionaria dei possessi decisivi, c’è bisogno di gente che non si arrende, c’è un disperato bisogno di veri uomini, ma subito a cominciare con Pesaro.
Nella foto Sandro dell’Agnello coach Vuelle Pesaro