CALCIO: A PARMA LA RINASCITA DEL NAPOLI

di Claudia Esposito

Nel mezzo del cammino della sua vita, Dante si ritrovò ad attraversare una selva oscura avendo smarrito la retta via. Lo scenario di queste dichiarazioni, fu il primo verso del primo canto dell’Inferno della sua opera-capolavoro: “Divina commedia”, durante la primavera del 1300  all’età di 35 anni (ritenendo che l’età media di un uomo fosse di 70 anni).

Proprio la parola “cammin”, introduce il tema del viaggio che, nella storia personale di ciascuno, ha un inizio, un certo tempo di percorrenza abbinato ad una certa sostanza, ed una fine.

E come nella vita, anche nel calcio si è arrivati a metà campionato di serie A Tim del girone di ritorno, con il disputare la 29esima partita… non in una selva oscura, bensì sotto i riflettori degli stadi d’Italia che nonostante la presenza degli ospiti indesiderati: freddo e pioggia, scaldano i cuori di tutti i tifosi delle varie squadre.

In particolar modo a Parma, antica capitale del ducato di Parma e Piacenza e ad oggi città universitaria di grande richiamo anche per gli studenti stranieri, e soprattutto luogo di grande bellezza per i numerosi palazzi antichi costruiti, come il Palazzo Pillotta, centro storico e culturale della città e il Palazzo del Governatore, antica sede dei mercanti e del governatore, oltre al Teatro Regio ed alle disparate porte antiche che contornavano le mura della città nei tempi passati,  si gioca il match che vede scontrarsi i crociati di Marino con gli azzurri di Mazzarri.

Entrambe le squadre non navigano in acque limpide anche se per motivi ben diversi: il Parma non è riuscito a trovare lo sprint giusto per sganciarsi dall’annegamento in classifica, continuando ad annaspare, mentre il Napoli sembra ancorato ad un terzo posto, ma soprattutto ad una fase stagnante di pensieri ed opere seppur alto in classifica… ma per dimostrare di essere i più bravi, serve di più.

L’arbitro che fischia il calcio d’inizio allo stadio Ennio Tardini (dedicato all’omonimo avvocato appassionato di sport) è Emidio Morganti di Ascoli. Gli spalti sono gremiti di tifosi azzurri tanto che, in alcuni momenti, sembra di essere al San. Paolo di Fuorigrotta, sia per l’azzurro dominante che per i cori.

Inizia il match a rilento per gli azzurri che per i primi dieci minuti non riescono a coordinarsi e di conseguenza, a rendersi pericolosi per gli avversari che approfittano del momento di smarrimento dei partenopei fino a raggiungere il vantaggio al 29esimo 1T con Palladino che, con uno splendido destro al volo, trafigge imparabilmente De Sanctis.

Termina 1-0 il primo tempo.

Inizia la ripresa ed il volto e le intenzioni dei napoletani cambiano totalmente. Al 52esimo 2T, infatti, anche se da posizione di fuorigioco, Hamsik sul cross del Pocho (rientrato in campo dopo tre giornate di squalifica), marca il gol del pareggio. Passa qualche minuto e per festeggiare il rientro del compagno di squadra Lavezzi, Hamsik restituisce il favore servendo l’argentino che batte Mirante, portando il risultato a 1-2.

I colpi di scena non finiscono e il Parma resta in dieci uomini per espulsione diretta di Galoppa per fallo sullo slovacco Hamsik. Il Napoli continua ad attaccare inesorabilmente fino a riuscire a marcare il terzo gol all’87esimo 2T con Maggio. Ma gli azzurri non si fermano perché la stima ed il rispetto sono valori di fondamentale importanza nella vita e cercano, così, di costruire la palla gol per Cavani, che purtroppo non riesce a centrare la rete.

Risultato finale: 1-3 e la classifica vede accorciarsi le distanze tra le prime tre classificate con il Milan in vetta (62 punti), seguito dall’Inter (57 punti) e dal Napoli (56 punti).

La piaggia incessante continua a bagnare l’erba e gli spalti del Tardini anche al calare della notte ed allo spegnersi dei riflettori su due squadre che hanno davvero combattuto, riuscendo anche a dare degli esempi positivi dei concetti di gruppo, stima e rispetto verso i propri compagni. Ma in ogni competizione che si rispetti il vincitore è sempre e solo uno e questa sera, è la stella azzurra a brillare forte più che mai.