di Enrico Fasano
NAPOLI – 60.000. Nessun errore di stampa. Sono effettivamente sessantamila i tifosi partenopei che, sfidando il caldo afoso ed umido del luglio napoletano, assistono alla passerella di presentazione del nuovo Napoli di Benitez. Un Napoli che dimostra fin dal primo minuto di gioco un entusiasmo ed una freschezza travolgenti, come se il cambio di modulo e di interpreti non avesse minimamente scosso le dinamiche ed i meccanismi della manovra azzurra.
Tutti in partita i nuovi, persino il portiere Rafael che infiamma la folla con 3 interventi sotto gli occhi del maestro Taffarel. Positivo anche l’innesto di Josè Maria Callejon: lo spagnolo proveniente dalla corte di Mourinho percorre il campo più volte, facendosi trovare pronto addirittura in ripiego difensivo. Un po’ meno determinante invece l’apporto del belga Mertens, ancora non adattato agli schemi di un Napoli che parla esclusivamente spagnolo, in campo come fuori. Parlottano in spagnolo a bordo campo anche i due spettatori più illustri della partita, Pepe Reina e Gonzalo Higuaìn. Castigliano, più precisamente, dati i forti legami che legano entrambi alla capitale (Reina ci è nato, el Pipita ci è passato a suon di gol).
L’acquisto più importante è peró, un autentico “Made in Naples”. Non parliamo di Insigne, partenopeo DOC e nuovo leader della squadra assieme ad Hamsik, ma di un colombiano naturalizzato napoletano, plasmato e cresciuto sotto la guida di Mazzarri e del pubblico campano: Juan Camilo Zuniga. Entra, segna e tramuta i fischi in applausi saltellando al proverbiale “Chi non salta”. L’apoteosi. Anche questa è Napoli.