di Claudia Esposito
Nella Verona multietnica e multiepocale, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, si ripercorre la storia lungo il letto dell’Adige, la si osserva guardando giganteggiare l’arena e la si sogna al di sotto del balcone della residenza medievale dei Cappelletti, comunemente conosciuti come i Capuleti, il cui stemma è rappresentato da un cappello sulla chiave di volta dell’arco di entrata al cortile della casa.
Ma non solo. Infatti, per le strade s’incontrano fiumane di tifosi napoletani ai quali il Casms non ha arginato l’ingresso per la terz’ultima partita del campionato italiano di serie A. Giro di boa per decidere delle proprie sorti, per definire il proprio destino, per dirigere il proprio arbitrio verso l’alto o le parti più recondite della classifica.
Nonostante gli scorci d’estate, la pioggia tamburella sull’erba dello stadio Bentegodi, dedicato all’omonimo benefattore veronese Marcantonio e sede della strada per la vittoria dello scudetto del Verona 1984-1985.
In campo i guerrieri azzurri di Mazzarri alla ricerca della rotta giusta per approdare in Europa League. Sull’altra sponda, i gialloblù di Di Carlo che anche se non hanno più nulla da recriminare a questo campionato, di certo non sono degli spettatori, ma degli atleti professionisti che scendono sempre in campo con la determinazione di dimostrare di che pasta siano fatti.
Con il suo fischio, l’arbitro De Marco sancisce l’inizio della gara. La curva sud dello stadio è colma di tifosi del Chievo che sostengono ininterrottamente i propri beniamini. Nella parte opposta, circa mille napoletani affollano le gradinate nonostante il fatto che, durante la partita della settimana scorsa Napoli-Chievo, oltre agli striscioni sollevati nelle curve contrari al lascia passare a questa trasferta, siano circolati tra gli spalti del San Paolo dei volantini che incitavano il “vero-tifoso” a non assistere a questo match, perché la libertà di chi sostiene la squadra del Napoli, non dev’essere un limite da abbattere o sollevare a piacimento di chi ha la possibilità d’imporre delle regole, a loro detta sbagliate, ma una decisione spettante al singolo.
Una partita dominata sia nel primo che nel secondo tempo dagli azzurri, che hanno trovato dapprima il vantaggio dell’1-0 con Denis. E’ arrivato poi il momento del pareggio con Granoche grazie ad una non-trattenuta di De Sanctis sul tiro debole di Bentivoglio, per arrivare al sorpasso finale con la palla gol di Lavezzi che tira una memorabile punizione dal limite dell’area. Risultato finale: 1-2 per il Napoli.
Lavezzi cerca e trova l’ottavo gol eguagliando il numero di reti realizzate nel primo campionato giocato con il Napoli 2007-2008 e ritorna in patria con tutte le carte in regola per festeggiare il suo primo quarto di secolo con la compagna Debora, il figlio Tomas e tutti i tifosi napoletani che fin dal suo arrivo se ne sono innamorati. Ed è un amore che non tradisce.
Fiumi di parole scorreranno, ma i risultati sono quelli che contano e soprattutto quelli che restano. Buon compleanno, Ezequiel. Benvenuto in Europa, Napoli.