CALCIO: NEL FREDDO DI BERGAMO E TRA I CORI RAZZISTI LA BEFANA HA DONI SOLO PER IL NAPOLI

di Claudia Esposito 

Nel giorno della Befana i bimbi, sotto l’albero o davanti al caminetto, hanno scartato gli ultimi regali.

Eppure a Bergamo, allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia – nato come “Mario Brumana” in memoria dell’eroe fascista caduto a Gallarate durante i moti che precedettero l’avvento del regime -, in questa prima giornata dell’anno 2010 (18esima di campionato), gli azzurri di Mazzarri non chiedono nessun dono ai neroazzurri di Conte, ma scendono in campo solo con la voglia di giocare e di dimostrare
le proprie capacità, nonostante la maglia rossa che indossano (che notoriamente sembri non essere di buon auspicio) e nonostante il gelo di una Bergamo stranamente deserta che raffredda i muscoli ed il cuore.

I pochi tifosi napoletani residenti a Bergamo, si accalcano fuori dall’albergo dove alloggiano i loro idoli: geograficamente lontani, ma sempre vicini col cuore e con l’anima, per iniziare l’anno nuovo all’insegna dell’entusiasmo e per realizzare non il sogno di una giornata,
ma della vita nel conoscere i rappresentanti dei propri colori.

Il Napoli è imbattuto in campionato da 10 giornate-“Mazzarri”(11 se si considera anche la vittoria per la Coppa Italia) ed allo stesso tempo, detiene un altro record meno brillante: è la squadra che ha ‘beneficiato’ del maggior numero di cartellini rossi a suo favore, ben sette.

L’Atalanta festeggia la 100esima presenza in campo della carriera di Cevarolo, passato per la Reggina, poi per il Pro-Vasto ed il Pisa, prima di sbarcare all’Atalanta.

Appena scendono in campo i guerrieri azzurri, dalle curve semivuote di un Atalanta troppo bassa in classifica (solo 13 punti),
non si leggono i soliti striscioni contro il Napoli ma in compenso, s’innalza il primo coro razzista:”Terroni”e nonostante le bombe lanciate dagli spalti, è al 7′ del primo tempo che arriva la prima vera bomba di Quagliarella, che insieme ai compagni, festeggia baciando la maglia sotto la parte di curva dove dovrebbero esserci i tifosi napoletani ai quali, invece, è stato vietato l’ingresso per l’ennesima volta.

Naturalmente, il tutto accompagnato da un gigantesco boato razzista contro il bomber napoletano ed i napoletani a seguito.

Anche i tifosi neroazzurri, dopo i primi 47 minuti di gioco, intonano note stonate per i propri beniamini mentre percorrono il campo per rientrare negli spogliatoi: “Meritiamo di più”, “Uscite a mezzanotte” e “Vergogna”. Dopodichè sollevano gli occhi al cielo, sperando
forse, di vedere passare la vecchina più simpatica delle leggende metropolitane in groppa ad una scopa, che lanci loro qualche dono. 

Al rientro delle squadre, i tifosi neroazzurri inveiscono anche contro  l’allenatore Conte, che risponde a tono e riceve bottiglie e giornali volanti in campo. Un manto verde separato dai tifosi scalmanati solo da una flebile e troppo ravvicinata muraglia di pexiglas, che spesso e volentieri, è rotta da urla di rabbia e collera ingiustificate.

Arriva anche il secondo goal per gli azzurri con Pazienza e da quel punto in poi, non ce n’è per nessuno e più che la Befana, volano i 45 minuti del secondo tempo.

Un giornale arrotolato lanciato in campo resta lì dopo aver vissuto l’emozione dal vivo di tutto il secondo tempo del match e proprio
nell’ultima azione che potrebbe essere decisiva per i neroazzurri, Valdes tira e perde una scarpetta.
 
La tifoseria neroazzurra guarda nuovamente al cielo, ma questa volta è troppo tardi, si accorgono che la Befana è passata la scorsa notte… . Così, al fischio di Rossetti, sono gli azzurri a volare, ma non sulla scopa, bensì in vetta alla classifica raggiungendo il quarto
posto e sull’aereo che li riporterà a casa a mangiare dolci. 

Dallo stadio non s’innalza alcun coro di trionfo per gli azzurri, ma lo si può chiaramente leggere negli sguardi di quei pochissimi tifosi che, con la voce del silenzio, urlano alla vittoria.