di Enrico Fasano
Piatto ricchissimo, anche a livello mediatico, quello offerto dal presidente de Laurentiis per l’amichevole internazionale di stasera. Cheerleader, musica, effetti speciali ed un avversario, il Benfica, tornato alla ribalta nelle principali competizioni europee e con individualità più che spiccate. Minore lo spettacolo invece sul rettangolo di gioco, ovvia conseguenza di una preparazione infernale condita da ben 3 uscite in poco più di una settimana.
Benitez parte con un undici totalmente inedito schierando 4 dei nuovi arrivati, fra i quali spicca il nome di Gonzalo Higuaìn, alla prima da titolare con la casacca partenopea. È però Insigne il vero mattatore del primo tempo azzurro. Lorenzinho illumina il San Paolo con giocate da 10 puro: fornisce l’assist per Behrami dopo soli 6′ di gioco, gioca per la squadra e si sacrifica spesso anche in fase difensiva. Dopo il gol del pareggio del Benfica, nato ancora per una disattenzione della retroguardia su calcio piazzato, è ancora Napoli. È solo Napoli.
Nonostante gli innesti dalla panchina, i ragazzi di Juan Jesus non riescono più a prendere in mano il pallino del gioco, se non dopo il nuovo vantaggio napoletano. Stavolta è proprio el Pipita, l’uomo più atteso della serata, a siglare la segnatura. E lo fa alla sua maniera. Conduce una partita apparentemente nell’ombra, lavora per i compagni, valutando secondo per secondo le situazioni di gioco e facendosi trovare pronto al momento giusto. Esce dal terreno di gioco tra la standing ovation del pubblico di Fuorigrotta, che coccola il suo nuovo beniamino con cori e striscioni. Dagli occhi dell’argentino traspaiono entusiasmo e soddisfazione. Gli stessi che esprimono quelli di de Laurentiis alla premiazione del suo Napoli: stanco sì, ma bello. Bello da morire.