GENK – “Ce l’abbiamo messa tutta” ad occhi quasi bassi il timoniere del Napoli che non è riuscito a passare a Genk, fermato dai volenterosi avversari che hanno imposto il pareggio agli azzurri, privi del loro capitano Lorenzo Insigne, inaspettatamente spedito in tribuna (insieme con Ghoulam) prima della partita. Un giallo, per la verità nemmeno chiarito del tutto da Ancelotti alla fine del match dal quale è venuto un solo punto anziché i tre un po’ spavaldamente pronosticati da tutti negli ambienti di casa nostra, malgrado le raccomandazioni nel dover tenere la tensione altissima. Ma torniamo all’esclusione a sorpresa di Insigne. Inquadrato dalle telecamere di Sky mentre si recava in tribuna, il capitano denunciava in volto visibilmente amarezza e non solo. Ancelotti si è mantenuto all’essenziale, una spiegazione per la verità nient’affatto convincente e non in linea con il suo personaggio sempre lineare e chiaro nelle sue esposizioni, a qualsiasi livello. Stavolta non è stato così: “L’ho visto poco brillante in allenamento ed ho preferito tenerlo fuori per la prossima partita”, parole piuttosto diplomatiche che rendono il caso ancora più misterioso e sul quale era già intervenuto in prima battuta e in prepartita il direttore sportivo Giuntoli: “E’ solo una scelta tecnica, tutto qui”. La partita il Napoli l’ha giocata, tutto sommato, ma non è stato il Napoli che in Champions ha messo sotto i campionissimi del Liverpool. Troppe d’altronde le occasioni sciupate dalle bocche da fuoco azzurre rimaste all’asciutto, centrando un palo con Callejon (lo spagnolo ha fallito anche un’occasione clamorosa nella ripresa) e con una doppia traversa di Milik spedito in campo in tandem con Lozano, nuovamente deludente anche quando Ancelotti nella seconda parte del match lo ha spedito sulla fascia sinistra, a lui più consona e preferita. Il Napoli aveva perso Mario Rui per un problema muscolare, sostituito da Malcuit prima a sinistra e poi a destra con lo spostamento di Di Lorenzo sulla fascia mancina. Per dare ancora più forza alla squadra azzurra fuori Elmas e riecco in campo Mertens, tenuto in panchina fino al 58’. Più tardi il tecnico ha giocato la carta Llorente (per Milik), ma la situazione non è cambiata per niente, lì davanti l’attacco più forte del campionato italiano non è riesce a sbloccare il risultato, malgrado la più forte pressione espressa nella parte finale comunque contenuta dal Genk. L’analisi è critica: Lozano non si è ancora inserito e non incide nemmeno a sinistra, il tandem con Milik non ha funzionato, Mertens ha il magone in corpo: pensava di andare in campo dall’inizio, giocava quasi a casa sua ed era caricatissimo anche perché a caccia del gol numero 115 per portarsi alla pari con Maradona, Llorente entrato più tardi è stato chiuso in una morsa. Tuttociò al di là delle palle-gol fallite dai diversi protagonisti. Ma va anche sottolineata la prestazione del Genk che spesso ha avuto la meglio a centrocampo nei confronti di Allan, Almes e Fabian Ruiz. Lì ci sono ancora probelmi. Ha invece retto la difesa con Manolas e Koulibaly anche grazie ad un paio di interventi salvatutto di Meret che ha posto sotto la luce dei riflettori un contraddittorio incomprensibile problema. E’ o non è il più forte attacco quello del Napoli? I numeri dicono di sì: “Le occasioni ci sono state, non le abbiamo concretizzate. Contento per l’ottima difesa. E’ comunque un punto positivo da cui ripartire”. Discorso simile quello di Giovanni Di Lorenzo: “Siamo stati imprecisi sotto porta nel primo tempo. Nella seconda parte abbiamo sbagliato troppi passaggi. Sono comunque partite strane perché alla fine rischi pure di perderle. Abbiamo avuto due occasioni con Milik. Meritavamo un altro risultato. Vincendo qui la qualificazione era quasi fatta. Ci dispiace comunque per le occasioni mancate”. Deluso Mertens a fine partita, sperava in una superprestazione del Napoli, lì a casa sua e di trovare più spazio, ma ha dovuto accontentarsi della panchina inizialmente: “Un peccato questo pari, dopo i tre punti in casa contro il Liverpool. E’ bello tornare qui in Belgio, ci tenevo tantissimo. Volevo vincere…”. Nella sua analisi Ancelotti è comunque soddisfatto: “Complessivamente una buona partita. Abbiamo avuto diverse possibilità per sbloccarla ma siamo stati poco efficaci nelle finalizzazioni. Ci si è messa pure la sfortuna con un palo e due traverse. Abbiamo rischiato qualcosa più tardi per una scivolata di Allan. La squadra sapeva che avremmo trovato delle complicazioni ed ha interpretato bene la gara per concentrazione e determinazione. L’impegno c’è stato. Milik e Lozano? Buona la partita di entrambi. Ripeto, le occasioni ci sono state, non le abbiamo concretizzate. E’ comunque un punto positivo da cui ripartire”, sicuramente. Ma da questo squadrone c’è chi – malgrado inevitabili scompensi dovuti pure al turnover a Genk orchestrato con sostituzioni e riposizionamenti obbligati nelle coperture ed a centrocampo oltre al rivoluzionamento della prima linea nel finale – c’è chi si aspetta qualcosa di più. Chi ha ragione?