Champions, Gattuso a testa bassa: "Contro il Barcellona voglio un Napoli senza paura, per noi è la partita della vita. Messi e i suoi sono dei marziani ma nel calcio non si sa mai..."

L’allenatore del Napoli, Rino Gattuso (foto dal profilo Facebook della SscNapoli)

C’è il Barcellona, le emozioni. Gattuso tutto coraggio, testa e cuore: rende gli onori ai catalani, ma non si tira indietro e spiega i perché della grande speranza che si porta dentro, quella di battere gli spagnoli in una magica serata al San Paolo, nella partita d’andata degli ottavi di finale di Champions: “Affrontiamo un grande avversario e per questo ringrazio la squadra e Ancelotti, io non ho fatto nulla. Certo, l’emozione c’è, poi ti passa. Il Barça?, da quando c’e Setien il Barcellona fa quel che faceva da anni. Con Valverde riconquistava palla dopo dieci secondi, con Setien ce ne mettono sei. Dobbiamo fare una grande partita in tutte e due le fasi, loro vengono ad aggredirci. Rischiamo grosso”. Deciso a tutto Ringhio: “Non dobbiamo sembrare preoccupati. Voglio vedere una squadra viva che se la gioca fino alla fine. Messi? Ho letto della gabbia, della marcatura ad uomo. Non c’è solo lui, Lorenzo ha detto che in questo momento è il più grande giocatore, non lo è solo a livello calcistico. E’ il più grande per come ha vissuto la sua carriera. E’ un esempio per i bambini, mai una parola fuori posto. Fa cose che si vedono solo alla play station, fa cose impensabili. E’ da anni che è il più grande di tutti i tempi”. Azzurri già da un po’ concentrati e in attesa di andare in campo. Gattuso li tiene sul pezzo. Come? “Con il lavoro quotidiano, le priorità e le regole, con il rispetto. Gestire 25 giocatori e altre 40 persone che sono tutti i giorni qui a Castelvolturno, è il segreto, trovare una parola diversa ad ognuno di loro e dire la verità. Bisogna dire le cose brutte. Oggi dire ai ragazzi che non verranno in panchina, per me è la cosa brutta. La squadra si tiene sul pezzo con la quotidianità, arrivo prima di loro e vado via 4-5 ore dopo di loro. C’è un lavoro dietro. Il calciatore di oggi è molto più evoluto. Oggi pesano le persone ancora di più. Da giocatore col Barcellona ci guardavamo in faccia e dicevamo che noi giocavamo ad un altro sport. Non toccavamo palla e loro non te la facevano mai acchiappare, non li acchiappavi. Per 4-5 giorni ti sentivi su un altro pianeta. Queste sono le sensazioni che ho provato contro il Barcellona. Mentalmente loro ti ammazzavano”. Con Ringhio si parla anche di una sfida da sogno ma che non ci può essere, per ovvi motivi, Maradona contro Messi: “Diego Maradona è il Dio del calcio, l’ho visto solo nelle videocassette e nei dvd. Da vicino mai. So il campione che è stato. In questo momento Messi fa le cose che Diego faceva. Forse ho perso qualcosa di meraviglioso, mi dispiace”. Come si ferma la pulce?: “Messi non si ferma, in questo momento devono provarci i miei giocatori. Noi giochiamo contro il Barcellona che non è solo Messi. Mettere un uomo addosso a Messi non serve a nulla. Stiamo provando delle cose, poi vedremo”. Altre riflessioni riguardano la gara: “Se crediamo di poter vincere pensando ognuno a se stesso allora no. Ci sono due tipi di partita, quando c’è la palla e quando non c’è. Dobbiamo correre dei rischi. Serve personalità, qualità nel palleggio per metterli in difficoltà”. La testa già nella gara. Immerso nelle sue valutazioni, Gattuso qualcosa tira fuori: “Contro il Barca voglio un Napoli che non ha paura, voglio una squadra che sa soffrire. I calciatori del Barcellona hanno vinto tutto e le problematiche societarie fanno il solletico a questi calciatori che sono campioni nella testa. Dobbiamo affrontare il Barcellona pensando che sono dei marziani, dobbiamo fare la partita della vita per batterli. Dobbiamo dare entusiasmo ai nostri tifosi, senza pensare a fare chissà cosa. Dobbiamo giocare in 180 minuti, non si può sbagliare nulla ed essere concentrati perché loro non perdonano. Ci tocca controllare la gara e fare scelte sicure. Hanno qualcosa più di noi, ma ce la giocheremo con questa consapevolezza, non si sa mai. Il Napoli può vincere la Champions? Nel calcio mai dire mai”. La Torcida l’invoca capitan Insigne: “E’ una gara delicata e chiedo ai tifosi di darci una grossa mano. Non dobbiamo avere paura. Ci dobbiamo provare. Abbiamo affrontato il Liverpool, abbiamo vinto e pareggiato. Possiamo fare una grande partita e un grande risultato. Messi è il più grande del mondo, ma non lo paragono a Maradona. Diego è tutto, Per noi napoletani Maradona è sacro”, altrochè.