Un’irruzione, un po’ con toni pacati, un po’ con toni fermi e imperativi, ma sempre con il sorriso sulle labbra. E’ l’ultimo ritratto del presidente De Laurentiis che sale sulla scena di un ambiente piuttosto esasperato, perplesso ed anche sbandato e che il patron pensa di ricondurre in ambiti più ragionevoli e di maggiori equilibri attraverso un copione che lui stesso ha composto, messo insieme per chiarire un po’ le idee a tutti, dai tifosi alla squadra, dai singoli calciatori ad Ancelotti, l’unico al quale il patron ha lasciato relativamente tranquillo con un’osservazione diretta a tutto il mondo azzurro, più che personalmente al tecnico: “Se Ancelotti lo vorrà può restare qui per altri dieci anni”, una maniera spicciola non solo per rinnovare stima e fiducia al tecnico, ma per spezzare una pericolosissima e feroce crescente critica piuttosto esasperata in una città dove il calcio sembra sia diventato un veleno quotidiano, anziché un motivo di orgoglio e di speranze attraverso la squadra del cuore in un progetto di più lunga portata targato Napoli. Insomma ne ha avute per tutti don Aurelio e dai suoi imperativi non si scappa, come ha detto e ripetuto a proposito delle sirene orientali provenienti dalla Cina e che riguardano le offerte sontuose pervenute a Dries Mertens e Josè Callejon, offerte che il Napoli non può nemmeno lontanamente bilanciare. Ragione per cui, con tutto il rammarico possibile, il rinnovo dei rispettivi contratti o si fanno negli stessi termini procedenti, oppure si apriranno le porte dell’addio. Prevale insomma sempre la logica economica anche perché a Mertens i cinesi hanno fatto un’offerta irraggiungibile, ben 17 milioni di euro per un po’ di anni: “Se vuole restare ne parleremo. La bandiera del Napoli la devi amare e non abbracciarla solo per denaro. Napoli non si ama per soldi. Il Napoli è come una bellissima donna e come tale va amata”, una pugnalata in un avviso diretto ai tifosi, la possibile partenza di Koulibaly a fine stagione: “Prima o poi saremo costretti a venderlo, la scorsa stagione mi hanno offerto 105 milioni, offerte che ho rifiutato. Vedremo stavolta cosa succederà”. Così pure per Fabian Ruiz nel mirino dei maggiori club europei. A Napoli per la firma della nuova convenzione con il Comune per l’uso del San Paolo, il presidente ha tassativamente smentito le voci a proposito di una presunta litigata con Ancelotti – “l’ho scelto per un percorso lungo, se poi vorrà andare…” – per poi rifilare un paio di rasoiate ad Insigne, dopo un summit a Castelvolturno con il suo agente Mino Raiola: “Il problema lo deve risolvere Insigne in primis che deve capire da grande cosa vuol fare. Io lo capisco e lo proteggo ma voglio che diventi una persona più serena, ma non può uscirsene con battute o atteggiamenti quasi di sfida verso l’allenatore e che non ti manda a quel paese perché ha 60 anni, tre volte la tua età. E’ un gran giocatore ma è stato sempre l’eterno incompreso. Se è meno in forma a giudizio dell’allenatore deve rispettare le sue scelte. Spero che l’incontro con Raiola abbia chiarito tutto con il Napoli, con il tecnico e con lo spogliatoio. Insigne deve anche capire che in questa rosa di 25 calciatori devono giocare tutti, così come ho stabilito prima dell’inizio della stagione con Ancelotti”. Un fiume in piena che tra le onde trascina anche Milik: “E’ un gran giocatore e sicuramente troverà la via della porta”. Su Di Lorenzo ormai giunto in nazionale: “Qualcuno ha detto che non è un top player, facendomi soffrire, lui invece mi ha fatto ricredere”. Questo e tanto altro ancora dal patron scatenato contro tutto e tutti, salvando per buona pace soltanto Ancelotti e pochi altri.