Tutto sbagliato, tutto da rifare: a Verona l’inizio è bruciante e carico di gloria, fierezza e orgoglio, il finale è invece inglorioso e pesantissimo. Il Napoli si trastulla infatti per il rapidissimo gol di Lozano, il terzo gol più veloce della serie A in corso, messo a segno dal messicano dopo appena nove secondi e 28 decimi, e poi conclude male, anzi malissimo il match incassando tre reti dal Verona (34’ Di marco, 62’ Barak, 79’ Zaccagni) che ce la mette tutta nel recuperare il risultato arrivando ad una vittoria strameritata sotto ogni aspetto, da quello fisico a quello del gioco. Grande Verona insomma e piccolo, anzi piccolissimo Napoli che si smembra poco per volta sotto i colpi della squadra di Juric. Gli azzurri in realtà hanno fatto ben poco, sia sotto il profilo tecnico-tattico che sotto l’aspetto caratteriale della prestazione: sul campo non si salva nessuno, soltanto Lozano e Demme hanno tirato fuori tutto quello che avevano in corpo. In prima linea, sul pari, qualcosa s’è fatta ma la circolazione prolungata della palla nella zona che conta ha reso sterile e inutile ogni possibilità nell’unica occasione che si stava creando (49’) per andare in vantaggio. Gattuso è ricorso a Mertens (60’) chiamato in causa dopo l’infortunio alla caviglia e poi a Osimhen (65’) a tre mesi dalla problematica alla spalla, ma il Verona era già passato in vantaggio (2 a 1) con Barak, tra l’altro rendendo inutile ogni tentativo super-offensivo soltanto nelle intenzioni degli azzurri, invece nella sostanza confusionari, senza idee e carattere e mal disposti in campo con un doppio trasferimento di Lozano a sinistra e Politano a destra, una mossa piuttosto cervellotica poi nuovamente invertita e sempre inutilmente adottata. Un disastro la difesa che ha perduto tutti i suoi pregi relativi alla sua decantata impenetrabilità. Insomma di male in peggio, mentre il Verona audace, autorevole e spavaldo consolidava il risultato, tanto per completare il disastro napoletano, con il terzo gol firmato da Zaccagni, il giocatore che tanto piace a De Laurentiis e a Giuntoli. Una sconfitta questa di Verona – la sesta su diciotto partite della stagione in corso e terza in trasferta – che arretra il Napoli al sesto posto in classifica e che pone Gattuso con le spalle al muro, in una situazione abbastanza imbarazzante: “Nel primo tempo abbiamo provato ad andare in verticale. Era questo il piano gara ed è stato svolto bene. Nel secondo tempo ci siamo fatti male da soli, con palle perse. Fisicamente ci hanno surclassati”. Gattuso si assume ogni responsabilità: “Difatti le responsabilità sono mie, perchè le scelte le faccio io. Purtroppo nel secondo tempo ci siamo fatti mangiare. Ci è mancato il veleno? E’ una parola complessa, il veleno non è che lo compri al supermercato. E’ sbagliata l’interpretazione della partita. Alle prime difficoltà la squadra non riesce a dare lettura al pericolo”. E’ anche un problema di continuità: “Sì, servono continuità di mentalità e prestazioni. In molti hanno giocato al di sotto delle loro possibilità. Il capitano? Fin qui ci ha dato una grande mano. Contro il Verona non è stato brillantissimo, penso che debba voltare pagina, perché abbiamo bisogno del migliore Insigne. Lozano? Riesce a spaccare in due le squadre avversarie. Comunque guardando la classifica siamo ancora tutti là. Possiamo giocarci qualcosa di importante e noi abbiamo l’ambizione di tornare in Champions però non posso fare nulla se si gioca così. La verità è che non si tratta di una questione di gioco ma di come tieni il campo”, certamente si può e si deve fare di più, molto di più, mettendo però fine alla confusione, agli errori, costruendo un’identità che per ora non c’è ancora e mettendoci cattiveria, carattere e personalità: altrimenti non si va da nessuna parte. Si ricomincia giovedì in Coppa Italia contro lo Spezia e si prosegue domenica in campionato contro il Parma. Succederà qualcosa di buono?…