Una faticaccia inimmaginabile in una partita contro una squadra insidiosa che ha fatto tremare e arrabbiare Gattuso. Una partita vinta grazie ad un ribaltone che si è materializzato con il pareggio di Demme nel finale della prima parte che ha bilanciato la rete dell’uno a zero del Reijka firmata da Muric in contropiede, partita in cui gli azzurri hanno trovato i tre punti attraverso l’autorete di Braut nella ripresa. C’è n’è voluto, però, per far cambiare un copione simile a quello scritto nelle due sconfitte conseguite contro l’Az nel primo turno di Europa League e nel confronto con il Sassuolo in campionato. E cioè Napoli senza idee, sotto ritmo, mai affamato, lento e confusionario in difesa, a centrocampo e in prima linea, tre reparti in cui Gattuso ha operato un consistente turn-over che non ha portato alcun cambiamento in positivo nel gioco della squadra che pur con altri interpreti ha ricalcato le prestazioni sfoderate contro gli olandesi in EL e contro la squadra di De Zerbi. Ringhio ha urlato e bacchettato gli azzurri negli spogliatoi nell’intervallo e qualcosa un tantino di diverso si è visto a livello di intensità e di aggressività contro il Reijka che ha affrontato l’impegno mettendo in pratica quella strategia che il Napoli soffre e che è difficile da scardinare: tutti dietro e palla lunga e pedalare in contropiede. Ed è così che è arrivato inaspettatamente il gol del vantaggio degli avversari che hanno sfiorato il raddoppio mentre il Napoli con un centrocampo inconsistente sulle ripartenze avversarie e una linea offensiva leziosa nelle costruzioni finali e imprigionata nel bunker dei croazi, mai è riuscita a rendere difficile la vita al portiere Nevistic e ai suoi compagni. Bocciata tra l’altro la coppia del settore centrale composta dal polacco Lobotka e da Demme che invece – quest’ultimo – ha fatto buone cose oltre al gol del pareggio. Petagna invece si è trovato nella stessa condizione di Oshimen, assente per squalifica, e cioè oppresso e circondato dai difensori. E’ andata meglio per Policano a destra e un po’ a Elmas che talvolta è riuscito a creare qualche problemino sul versante opposto dove poi è riapparso Insigne, entrato ad un quarto d’ora della ripresa insieme con Fabian Ruiz mentre più tardi entravano anche Lozano per Politano, Zielinski per Petagna e Ghoulam per Mario Rui. Con l’ingresso di Zielinski, Mertens è diventato prima punta, sua una traversa piena colpita su calcio piazzato mentre il Reijka poco prima centrava il palo. Non c’erano alternative comunque per restare in corsa in classifica. Sono servite anche le urla di Gattuso ad indurre gli azzurri a cambiare andatura e capacità. Sulla parità tra le due squadre il gol vincente per gli azzurri è scaturito da un cross di Mario Rui sul quale si è avventato Petagna ma senza incrociare il pallone che invece involontariamente è finito su Braut e poi in rete, determinando un ribaltone totale. Ma i tre punti non hanno affatto addolcito Gattuso a fine partita, arrabbiato, nervoso e fin troppo amareggiato: “Pensavamo di venire qui in gita e invece partite facili non ce ne sono. Abbiamo rischiato tanto. Non ci sto a questi errori di valutazione, non ce lo possiamo permettere. Non possiamo andare in giro a prendere mazzate. L’approccio non mi è piaciuto, la partita l’avevamo preparata bene”, in panchina Ringhio ha rivisto i fantasmi delle sconfitte con l’Az e con il Sassuolo. E nell’intervallo della prima parte è esploso negli spogliatoi scagliandosi sugli azzurri: “Rischio di ammalarmi, finisce che ci lascio le penne, ho l’amaro in bocca, ma è colpa mia se non sono riuscito ad entrare bene nella loro testa. Non va bene, già l’anno scorso era cosi…”, il problema è quello di sempre: un problema storico, quello di una mentalità vincente che non c’è ancora.