Mettiamocelo bene in testa, un po’ tutti: qui nel Napoli di Castelvolturno tra le sconsolate vedovelle dei due ultimi timonieri inutilmente rimpianti da una tifoseria divisa e che ostinatamente non vuole chiudere con il passato, Ringhio ha spedito in giro per i calciatori, per il club e per la torcida, un impetuoso messaggio senza se e senza ma, privo di compromessi e caricato alla sua maniera. Un altro scossone per rendere bene l’idea: “Qui comando io”, tanto è vero che se ne impipa pienamente dei costi e dei valori dei cartellini di ogni singolo calciatore, quelli che lui sceglie e che manda in campo devono rispondere ad altri valori ed essere in possesso dei denominatori che lui in assoluto ritiene più utili alla squadra, altro che la giostra volante di Ancelotti o la faccia scostante e da finto duro di Sarri che ai panchinari storceva il muso senza nemmeno guardarli in faccia e senza nemmeno salutarli, facendo andare su tutte le furie don Aurelio che invece puntava sulla loro utilizzazione per poi piazzarli bene sul mercato. Insomma Ringhio caccia le unghie e tutela il suo ruolo di massimo responsabile tecnico: “Non sono aziendalista, ci tendo a dirlo. Faccio io le scelte e non vado per simpatie. Chiarisco ancora che sono scelte in perfetta autonomia e che faccio in buona fede”. Perché non credergli?, il caso Allan ormai rientrato lo dimostra in tutte le sue sfaccettature: “Con Allan è tutto a posto. Si è allenato molto bene e gli ho detto che non gli porto rancore. Insomma è finita là. Ci siamo guardati negli occhi e nei suoi ho visto quelli di un grande professionista”. Tanto di guadagnato, per il Barcellona ci vuole uno come lui: “Io devo pensare al Brescia, leggo e sento dappertutto del Barcellona. Anche da calciatore non ho mai pensato alla partita che dovevo giocare tre giorni dopo, ma a quella da affrontare subito. La priorità è difatti il Brescia. E’ una squadra che lascia sempre due, tre giocatori davanti. A noi ci tocca leggere bene la partita. Ci vuole una grande attenzione. Aggiungo che non ho sentito parlare del Barcellona negli spogliatoi. Sono giorni in cui ci stiamo preparando alla partita col Brescia e che ho visto i ragazzi molto motivati. Manderò in campo la squadra migliore, non dimenticate che contro le piccole abbiamo perso 20 punti”. Tutti da recuperare e viene da pensare e chiedere quale sia la preferenza come obiettivo, centrare l’Europa League o battere il Barcellona?: “L’Europa League tutta la vita”. Fuori casa, lontano dal San Paolo il Napoli di Gattuso ha infilato una serie di ottimi risultati, a Fuorigrotta invece è andata maluccio. Come mai?: “Io preferisco sempre giocare in casa. Il problema è che bisogna annusare il pericolo e noi non l’abbiamo fatto”. I dubbi, Elmas, Politano, Callejon, Insigne, Fabian Ruiz e Zielinki, le diversità tra loro, in quella che sarà una battaglia. E’ già fuori Koulibaly ancora sofferente, rimasto a Napoli insieme con Lorente con la febbre: “Koulibaly abbiamo preferito fermarlo per altri sette, otto giorni, a causa dell’edema”. Nel gruppo c’è invece Ghoulam, che si rivede dopo una vita. Tutto sommato Gattuso non ha affatto tirato un sospiro di sollievo, tanto è vero che non ritiene ancora risolti i vecchi problemi, anche per questo a Brescia si va per vincere, sangue e arena: “Sarà una partita simile a quella di Cagliari. Il bicchiere mezzo pieno non lo vedo proprio. Chiedo sempre continuità e la continuità si vede tutti i giorni, è durante la settimana che si vincono le partite”, d’accordo o no, è così’.