Sale in cattedra Gattuso alla vigilia del match di Europa League e su tutta la linea sgombra il campo dalle cattive chiacchiere e dai cattivi pensieri scaturiti dalla sconfitta subita con il Milan domenica sera. Se ne sono dette tantissime e di tutti i colori, financo che la battuta d’arresto contro i rossoneri sia stata determinata dal mancato pagamento degli stipendi. Ma non è così: “Nella mia squadra pensano a lavorare. Firmiamo dei contratti importanti con cifre importanti e siamo tutelati. In questo momento non dobbiamo pensare a questo, sarebbero alibi. E chi cerca alibi non può stare con me. Io lavoro a trecento allora tutti i giorni. Voglio persone con passione. Ed io vedo tutto questo nella mia squadra. Che mi segue. I numeri dicono che gioca un grandissimo calcio, ma serve più malizia, cattiveria, ma sono contento di questa squadra. Qualcuno qui a Napoli pensa che dovevamo fare 130 punti e non perdere mai, ma so che calcio proponiamo. Certo, possiamo fare meglio, ma la strada che abbiamo intrapreso mi piace molto”. Così Gattuso alla vigilia dell’Europa League. La smentita è totale, Ringhio in pochi attimi smonta un castello di bugie, a suo dire, ma sorvola sulla sua presunta minaccia ai giocatori di essere pronto ad andare via, se sgradito. Lui resta qui, eccome: “Quello che avete scritto non è vero del tutto. Ho parlato alla squadra, non ho litigato. L’impegno c’è sempre. C’è appartenenza ma in questo momento tutto ciò non basta ed io voglio qualcosa in più. Giocare bene ci fa sedere e non deve accadere. In alcuni momenti bisogna leggere le partite, bisogna soffrire e tante volte da quando ci sono io c’è stata la sensazione di non prendere mai gol. Dobbiamo tornare ad annusare il pericolo. Non si può giocare bene novanta minuti. Forse non mi esprimo bene ma ho detto subito che la responsabilità è mia. Non c’è stato nessun massacro. Non è vero che ho puntato sui giocatori, la squadra sa come intendo io il calcio”. Talvolta è emerso un problema, il Napoli è partito male in diverse partite: “In tante gare abbiamo sbagliato il primo tempo, sbagliando tanto in costruzione. Ne parliamo per migliorare. La squadra ha qualità e senza essere forti dopo i primi tempi con Rijeka e Benevento è rientrata nel match. Perciò bisogna alzare l’asticella entrando subito in partita. Per distruggere gli avversari ci manca questo passaggio”. L’attacco e il gol, uno dei problemi. Contro il Milan Gattuso ha spostato Politano dietro Mertens: “Lo rifarei, tutta la vita, Politano è stato tra i migliori in campo, non sapevano come prenderlo. Giocava così anche a Sassuolo”. La rabbia è sfumata, quattro giorni dopo il Milan, il tecnico mette di nuovo le carte in tavola nel suo rapporto con la squadra: “Io non vado tutti i giorni a muso duro. Ci sono i momenti della carezza, dei complimenti e altri del mandare a f…… chi se lo merita, sono molto attento. La parola mentalità è ampia, ho detto solo che bisogna alzare l’asticella, siamo forti e lo sappiamo. Sono orgoglioso di allenare questa squadra ma bisogna aggiustare il modo di stare in campo. Tutto quello che è venuto fuori non sta né in cielo né in terra”. A dirla tutta sul rapporto squadra-Gattuso ci ha pensato Koulibaly: “Nessun dubbio, il mister sa che siamo con lui al cento per cento”, giusto così.