Una terrificante macchina da gol il Napoli che ha messo spalle al muro i coraggiosi avversari del Lecce con un poker di reti. Gol che hanno reso avvincente la sfida tenuta in pugno dall’inizio alla fine dalla squadra di Ancelotti, con un leggero rilassamento durato non di più di una decina di minuti al massimo. A metterci la parola fine in linea definitiva ci ha pensato Fernando Llorente – autore di una doppietta e cioè del gol iniziale e di quello del 4 a 1, sigillo finale di una partita in ogni caso dominata dalla squadra di Ancelotti. Le altre due reti portano la firma di Insigne (2-0 su rigore ripetuto) e di Fabian Ruiz, una rete messa a segno (3-0) con una bella botta di sinistro appena fuori dal limite dell’area. A Llorente naturalmente consensi e complimenti particolarissimi, ha giocato come prima punta con Arkadius Milik tornato in campo dopo il lungo infortunio. Il polacco è stato impiegato come secondo attaccante un tantino più sulla destra e con Insigne in appoggio dalla sinistra. Llorente si è fatto onore per la sua prontezza nel mettere in rete (28’) una palla rimpallata nell’area avversaria e chiudendo con il quarto gol del Napoli su di una palla smanacciata da Gabriel. Lo spagnolo in realtà ha anche il merito di aver provocato il penalty del 2-0 lottando in area su di un pallone intercettato da Tachtsidis e sanzionato dal Var. Insigne dal dischetto è ritornato all’esecuzione, stavolta segnando, giacchè Gabriel si era mosso prima del tiro incrociato da lui. Sulla ripetizione il capitano è stato implacabile, infilando la porta avversaria per il suo ottantesimo centro personale. Il resto è noto, il Lecce ha ridotto lo svantaggio proprio in quei dieci minuti in cui il Napoli ha lasciato un po’ fare, ma soprattutto per un’uscita avventata di Ospina che ha determinato un rigore trasformato da Mancoso, 3-1, al 61’. Ma a stroncare le false e mal riposte illusioni dei salentini ci ha pensato per la seconda volta Llorente (4-1, 82’) al suo terzo bersaglio in maglia azzurra, un gol al Liverpool e due al Lecce. C’è tuttavia da dare grandi meriti a Carlo Ancelotti che in ogni caso ha rivoluzionato la squadra con una rotazione straordinaria (ben otto cambi) rendendo tutti titolari al terzo posto in classifica con il fiato sul collo della Juve e dell’Inter che dopo il deby con il Milan conserva la prima posizione. Fino a quando?