Addio Europa. La remuntada non c’è stata, il Napoli non ce l’ha fatta a capovolgere il risultato dell’andata che ha avuto il suo peso nella prestazione delle due squadre nella partita al San Paolo ed è uscito dall’Europa League, dopo aver lasciato già alle sue spalle la Champions, qualche tempo fa. Il rammarico non è indifferente, ma sono troppi gli errori commessi nel match di Londra contro l’Arsenal ed anche tantissimi gli errori commessi a Fuorigrotta, soprattutto nella circostanza del gol vincente di Lacazette su punizione che ha portato complessivamente a quattro reti il bottino ormai irrecuperabile della squadra di Emery che va di corsa verso le semifinali. Un errore sul calcio franco da 25 metri pesa come un macigno sulla squadra azzurra che ha sì reagito ma che ha incassato male il colpo basso subito: sballato il posizionamento di Meret che è rimasto fermo sulle gambe, poco dopo la prima mezzora di gioco, mandando a monte il piano di Ancelotti fondato su di un imperativo assoluto: “Coraggio, intelligenza e cuore”, tutto in fumo. L’Arsenal in realtà bruciato ogni speranza, i progetti e i sogni di Casa Azzurra sull’ultimo obiettivo ancora nel mirino. Gli inglesi hanno dato filo da torcere dall’inizio mettendo in pratica un asfissiante possente pressing alto che ha reso ancora più tormentato l’impegno del Napoli. I giocatori di Ancelotti dopo l’inevitabile smarrimento causato dal vantaggio dell’Arsenal hanno fatto tutto quanto era possibile per recuperare. Ed il Napoli messo in campo dal tecnico emiliano era sicuramente la migliore formazione da poter schierare come condizioni di forma ed anche sotto l’aspetto tecnico-tattico con Maksimovic in linea con Chiriches, Koulibaly e Ghoulam sulla fascia. Allan e Zielinski i centrali di centrocampo con Callejon e Fabian Ruiz i due esterni di fascia e Insigne con Milik in prima linea. C’è voluto un po’ di tempo per mettersi a giocare a pieno ritmo, d’altronde c’era anche da preoccuparsi per le ripartenze a cento all’ora di Lacazette e degli altri suoi compagni. Ma va detto pure che nessuno si aspettava la difesa di ferro schierata e messa in pratica dall’Arsenal, a dispetto di chi aveva sostenuto la perforabilità del settore arretrato degli avversari. D’altra parte hanno avuto il loro peso gli errori, l’imprecisione, la mancanza di lucidità, cattiveria e concretezza sotto rete da parte degli azzurri che di occasioni ne hanno avute fino alla fine del match ma che non sono mai riusciti a sfruttarle nel modo giusto. E ciò ha rappresentato un limite enorme per il Napoli che fino all’ultimo ha cercato inutilmente il gol dell’orgoglio e dell’onore. Deluso e amareggiato naturalmente il pubblico del San Paolo. Più di qualcuno ha espresso la propria delusione fischiando Insigne quando Ancelotti lo ha sostituito a mezzora dalla fine con Younes. Tormentato dalla contestazione il capitano ha scaricato la sua rabbia calciando via una bottiglietta, l’ultimo atto dell’avventura azzurra in Europa League. Per Ancelotti profondo il rammarico per l’eliminazione subita. Evidente la differenza tra il Napoli visto in Champions all’inizio di stagione: “Rispetto alle partite giocate con il Liverpol e il Psg siamo diventati maggiormente prevedibili, meno lucidi e meno precisi nelle finalizzazioni. Purtroppo con l’Arsenal alla loro prima conclusione abbiamo preso il gol su di un errore di Meret”, il futuro immediato è il campionato, la difesa del secondo posto: “Adesso ci tocca fare bene le altre partite facendo il passo secondo la gamba. Faremo meglio il prossimo anno. Qual è il mio bilancio? E’ molto positivo, abbiamo fatto un gioco di alto livello: abbiamo bravi giocatori che mi seguono ed ho una società che mi tutela. Certamente le critiche ci saranno, ma le chiacchiere se le porta il vento…”. La squadra a sua volta è apparsa compatta nel difendere Insigne, ecco Koulibaly: “Purtroppo quando non si fa gol a questi livelli lo paghi. I fischi sono comunque immeritati. Dispiace per Lorenzo, dobbiamo sempre sostenerlo. Vuole vincere nella sua città e tutti dobbiamo aiutarlo”, così anche Mertens: “Non capisco questi fischi. Siamo secondi in classifica e siamo usciti dalla Champions per un solo gol e i tifosi non devono dirci nulla: siamo giocatori normali”, non è mica una colpa, nel caso, né si può mandare all’aria un’intera stagione, comunque.