Quello che conta. Non bello, anzi bruttino il Napoli però vincente: lotta, combatte, soffre, subisce la pressione e il possesso palla degli avversari ma fa fuori il Parma con i gol di Elmas nella prima mezzora e di Politano nel finale e con un profondo sospiro di sollievo e di soddisfazione ritorna al quarto posto in zona Champions. La scena è celebrativa e carica di significati: gli azzurri e Gattuso una sola anima, a grappoli sul tecnico, una testimonianza della loro unione dopo una settimana di attacchi sfrenati sul timoniere della squadra che nel dopopartita si è liberato dalla rabbia che si porta dentro: “Sto prendendo schiaffi a destra e manca tutti i giorni. Sembra che siamo penultimi in classifica. Vengo massacrato puntualmente. Si smanetta tanto. Io non leggo nulla. Io devo lavorare. Ora – e mi tocco le parti basse – magari perdo con Genoa e Atalanta e sono di nuovo in discussione”. Con chi ce l’ha Gattuso?: “Questa tarantella è cominciata da un mese, non l’altro ieri. Sento parlare pure della mia pescheria. Sento dire che sono un maleducato, che sto morendo e non posso allenare, che sono un incapace. Non è facile, è anomalo quello che sta succedendo qua. Se qualche tifoso da tastiera non ha nulla da fare non è un problema mio, ma le offese sono venute da persone conosciute, che lavorano a Napoli da tanti anni. Questo non lo posso accettare per come sono sanguigno”. La squadra è con Gattuso: “Non avevo dubbi che la risposta sarebbe stata positiva. Se avessi avuto percezione che non mi seguisse, sarebbe stato meglio andare a casa”. Meglio dimettersi?: “Se hai buonsenso vai dalla proprietà e lo fai presente”, e il contratto?: “Non sono legato ai contratti, posso firmare anche cinque, dieci anni. Sono legato alle mie emozioni, voglio fare il mio lavoro come lo so fare e sapere di che morte devo morire”. Tante voci, tanti fantasmi: “Io credo al lavoro. Ma bisogna stare bene, sentirsi a proprio agio dove si sta. A Castelvolturno sto bene con i miei giocatori ma non mi sento a mio agio qua. Credo fortemente nelle emozioni e l’aria che si respira non mi piace”. In appendice il rapporto con De Laurentiis: “E’ sempre stato un buon rapporto. Non posso negare che dopo gli ultimi quindici, venti giorni, da parte mia un po’ di delusione per tutto ciò che è successo c’è. Io non sono ipocrita. Ma c’è grandissimo rispetto. Non mi ha mai fatto mancare nulla. Sono un suo dipendente, gli ho chiesto Bakayoko e me lo ha dato”. C’è del malumore, Gattuso è deluso: “Questa situazione è stata gestita male secondo me, punto e basta. Io non mi sono permesso di andare a sedermi a tavolino con altre squadre. Mi hanno chiamato ma non sono andato. Ho saltato qualche appuntamento, non mi sono presentato, facendo la persona corretta che sono”, forse la chiave della questione è tutta qui.