La vittoria con l’Udinese al “San Paolo” (1-0 con gol di Higuain) porta a 15 i risultati utili consecutivi del Napoli di Sarri. Ma se si facesse riferimento alle ultime sei partite di campionato gli azzurri oggi sarebbe primi. Un passo cadenzato, deciso, che non ha soste e che inanella risultati utili l’uno dietro l’altro (sono 15 consecutivi con la vittoria di ieri contro l’Udinese). Nello schema di Sarri gli uomini sanno cosa fare, sempre, in ogni momento della gara. La squadra si accorcia, compatta, per esplodere e fornire al suo puntero Higuain la palla da trasformare in gol.
Si muove sul campo con le geometrie giuste, nei movimenti di un 4-3-3 dal sapore antico capace di riscoprire lo stopper (Kolybaly) e il libero (Albiol) in una alchimia che sembrerebbe impossibile nel calcio moderno. Che affida i galloni del regista puro a un brasiliano naturalizzato dalla faccia pulita e il fisico esile che lo scorso anno pareva smarrito… e che non lesina di giocare col portiere, consapevole che Reina ha piedi da fare invidia a mezza serie A e temperamento da grande. Non che quando sia chiamato a usare le mani non lo faccia con superlativa abilità, ma ieri con l’Udinese sono stati i suoi lanci a fare la differenza.
Colantuono si è dannato l’anima, chiedendo i suoi di marcare a uomo, a tutto campo, uno contro uno gli avversari. Una tattica suicida con questo Napoli che si è dato ampiezza distendendosi sull’intero rettangolo verde proprio grazie all’opzione Reina e ai tagli degli esterni. D’altra parte non è andata meglio a Thorup, l’allenatore del Midtijlland che a Napoli ne ha presi altri cinque, proiettando la squadra partenopa nell’olimpo europeo: nel continente nessuno segna di più e subisce di meno. Ora c’è la sosta, per qualcuno servirà a ricaricare le batterie, Sarri invece dovrà faticare a far rientrare la muta nella gabbia perché ha annusato la volpe e vuole a tutti i costi farle la festa.