IL tridente dei

A passo di carica, come aveva chiesto Ancelotti alla vigilia della “prima” della nuova stagione in cui il Napoli senza se e senza ma, punta apertamente al bersaglio grosso, lo scudetto. I gol del Tridente dei “piccoletti” – ben quattro centri – firmati da Mertens, Callejon e da Insigne, autore di una doppietta (con un rigore), hanno tinto d’azzurro una partita in cui i Viola di Montella hanno dettato legge per una mezzora iniziale e dato battaglia sino alla fine, partecipando alla fiera del gol, con tre realizzazioni (quello iniziale di Pulgar su rigore, poi di Milenkovic e di Boateg). Tante cose belle da parte dei giocatori di don Carlo chea livello di emozioni e di bel gioco, hanno dato fondo  ad un repertorio migliorato sensibilmente sotto il profilo della qualità, molto molto elevata per gran parte del match, uno spettacolo insomma. Il Napoli ha giocato con autorevolezza e con il cipiglio della grande squadra, quello di un team di altissimo profilo che di fatto ha posto la prima pietra per la propria candidatura al bersaglio finale, vincendo con largo margine su di un campo difficile, tre punti guadagnati esprimendo una gran voglia di vincere attraverso la giostra dei gol. La scossa è scaturita dal gol di apertura del team di Montella. Il Napoli si è trasformato di colpo  La squadra del cuore per la verità non si è mai disperata o strappato i capelli quando la Fiorentina ha aperto le marcature a tambur battente (9’) con il rigore di Pulcar, causato da una sbracciata di Zielinski. Così come quando ha incassato i gol del pareggio (2-2 al 52’) di Milenkovic e quello successivo di Boateng (3-3 al 65’), due minuti prima della quarta rete di Insigne che ha chiuso i conti. Sì e bisogna dirlo, la differenza l’hanno fatta i “piccoletti” del Tridente scatenati e imprendibili, ma non sono da trascurare anche le prestazioni di Allan, Zielinski, Koulibaly e soprattutto di Fabian Ruiz, schierato da centrale alle spalle di Mertens che lì davanti al posto di Milik rimasto a Napoli perché ancora alle prese con un problema muscolare, ha fatto il diavolo a quattro con un gol strepitoso – quello del pari – e strappando un penalty dubbio, trasformato da Insigne. Si parlava di Fabian Ruiz: nel finale arroventato dalla mai doma Fiorentina, per volontà di Ancelotti si è spostato a centrocampo, dopo l’uscita di Allan (sostituito da Elmas al 71’) e di Mertens, con Callejon spostato più in là da falso nove. Beh, Fabian ha dato sostanza e spessore anche sulla trequarti del Napoli, in sofferenza sotto la disperata spinta dei viola. Bisogna anche dire che lì in difesa c’è da lavorare ancora, per evitare sbandamenti ed errori che sono venuti fuori durante il match, così come viene d’altronde dimostrato dai tre gol incassati, troppi: “ma noi ne abbiamo fatto quattro”, ha sottolineato sorridendo don Carlo. D’altra parte è tutto contenuto nel punto di vista che ha espresso Ancelotti giustamente raggiante a fine partita, parlando di un Napoli più maturo, responsabile, sicuramente più forte, squadra che  sotto sotto non è che abbia poi cambiato molto: hanno debuttato in campionato Di Lorenzo, Manolas e Elmas, entrato nel finale.  Per Ancelotti insomma le cose stanno così, indipendentemente dall’arrivo o meno di qualche altro calciatore: “Siamo una squadra che può vincere…”, e se lo dice lui!  L’unica nota stonata gli insulti rivolti al mister azzurro da tifosi viola sistemati dietro la sua panchina. C’è da pensare alla Juve, adesso…