Sorpresa, succede a Napoli, al San Paolo dove appena pochi giorni fa il Napoli di Gattuso ha distrutto l’Atalanta. Saranno state le troppe chiacchiere sul covid, sulla squadra avversaria ridotta all’osso per i contagi, ma anche i complimenti infiniti agli azzurri per la scorpacciata di gol contro la Dea, o chissà cos’altro ad aver pesato sulla squadra del cuore, colpita improvvisamente dall’unico contropiede attivato dall’Az a rete con De Wit, il tutto all’esordio nella nuova stagione europea. Insomma un’amarissima indigesta sorpresa soprattutto perché il Napoli la partita l’ha dominata dall’inizio alla fine, pur avendo schierato complessivamente, sostituzioni comprese, ben sei attaccanti e cioè Politano, Mertens, Lozano, Osimehn, Petagna e Insigne (al suo rientro dopo l’infortunio), gli ultimi due entrati al 59’, due minuti dopo il vantaggio degli olandesi. Niente da fare, purtroppo, e nemmeno l’inserimento di Bakayoko ha reso più fluida e incisiva la prestazione degli azzurri, a volte eccessivi nuovamente ed anche un tantino leziosi nel possesso palla, malgrado la spregiudicatezza del modulo riproposto, il 4-2-3-1, trasformato nel finale in un assalto sterile, fortemente improduttivo. Tuttociò nonostante il ridottissimo turn-over iniziale voluto da Gattuso, contrarie a quelle rivoluzioni di metà settimana con eccessive sostituzioni. In realtà Ringhio rispetto alla sfida con l’Atalanta ha cambiato dall’inizio soltanto tre giocatori: Meret per Ospina, Maksimovic per Manolas e Robotka per Bakayoko. Il vero problema però è che al Napoli è mancato il gol. E’ mancata la furia distruttiva che ha messo in ginocchio la squadra di Gasperini. E’ vero pure che Mertens ha sbagliato un gol già fatto, fallendo una clamorosa occasione nella prima parte. Non è nemmeno mancato il brio di Lozano, il più tartassato dal sistema difensivo degli olandesi, tutti dietro alla linea della palla. Chiamatelo come volete, ma si tratta sempre di quel vecchio catenaccio rielaborato e riaggiornato al giorno d’oggi. Il messicano era stato molto attivo, come Politano che ha sfoderato diverse conclusioni, ma Ringhio ha fatto entrare Insigne al suo posto. Ed a proposito di Lozano c’è il sospetto di un penalty non accordato per uno strattone di cui è stato vittima nell’area avversaria. Nell’analisi del match va segnalato che si è visto di rado Osimhen, stretto nella morsa dei difensori i quali gli hanno triplicato la marcatura, riuscendo a non far giocare il giovanotto. Discretamente positiva l’orchestrazione di Fabian Ruiz, mentre qualche osservazione va elevata a Koulibaly nell’azione del gol degli olandesi, quando ha perduto la marcatura di De Wit. C’è rammarico, naturalmente, anche perché l’assalto azzurro teso a recuperare il risultato si è trasformato in un autentico assedio, purtroppo del tutto improduttivo e quindi del tutto inutile, senza lucidità e privo della giocata vincente, come ha sottolineato Gattuso piuttosto amareggiato nei commenti del post-partita. Aveva immaginato un altro esordio in Europa League e dire pure che la prossima settimana bisognerà trasferirsi in Spagna per affrontare a San Sebastian il temibile Real Sociedad: gli spagnoli hanno sconfitto oltre il finale il Rijeka per una rete a zero. Insomma un inizio europeo tutto in salita quello del Napoli. “Agli olandesi abbiamo fatto il solletico, siamo stati sterili, potevamo fare meglio negli ultimi dodici metri. Per come abbiamo giocato non avremmo mai vinto”, a Ringhio non va giù la partita giocata dagli azzurri: “Abbiamo dominato, concedendo un solo tiro, quello del gol. Siamo mancati nella manovra, non siamo riusciti a far male agli avversari. Siamo stati sterili. Forse anche troppi complimenti. Ci servirà da lezione…”.