Anema e Core

ANEMA E COREEnrico FasanoNiente turnover, sebbene i numeri parlino chiaro: Napoli mai perdente al San Paolo quest’anno, Catania ancora orfano di punti lontano dal Massimino. C’è l’aria di gara importante, ci sono 3 punti da conquistare, c’è una Roma a cui mostrare i denti. E allora tutti dentro. Al via dell’incontro si assiste immediatamente al rigido copione che una qualsiasi persona che non crede ai miracoli sportivi avrebbe scritto: Napoli solido, con le redini delgioco ben salde nelle possenti manone di “grande”, estro e fantasia nella metà campo avversaria. Il doppio vantaggio, infatti, non tarda troppo. Il primo gol è l’ennesima perla di Callejon, autore di una gara spaziale che lo consacra miglior acquisto del mercato estivo azzurro, il secondo un bolide slovacco che parte dai piedi del 17 azzurro con un’unica, pragmatica, solenne missione: insaccarsi alle spalle di Andujar. 2-0 Napoli, partita apparentemente chiusa, si pensa quasi già al Marsiglia. Poi peró la più infame e imprevedibile delle leggi non scritte, quella del calcio, fa il suo scherzetto, materializzato sotto il nome di Lucas Castro. Il terrore che sia il Konè versione 2.0 serpeggia nei pensieri di tutta la gente presente al San Paolo, meno quelli di undici persone. Indossano la casacca azzurra. Il Napoli, infatti, risponde al colpo in grande stile: non coi gol (complice un ottimo Andujar, degno titolare della Selleción Argentina), ma con una smisuratamente forte voglia di fare risultato. Cuore, dedizione, aggressività ed, in un attimo, torna il vecchio Napoli. Quello dei denti stretti. Quello che sbrana la palla, non si limita a recuperarla. Quello che diverte. Il Napoli degli “UUUUUH” del San Paolo dopo il tiro a fil di palo, che si tramuta in una frazione di secondo nel più passionale degli applausi. Il vero Napoli, insomma. Il più bello di tutti.