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Cin-cin, in alto i calici e onore al merito: il Napoli trionfa sulla Juve e conquista la sesta Coppa Italia della sua storia. Ai rigori la straordinaria impresa voluta da tutti gli azzurri che soprattutto nel secondo tempo hanno avallato il successo, più tardi maturato attraverso la serie di penalty: a chiudere il conto dagli undici metri ci ha pensato Milik che all’ottavo rigore complessivo tra le due squadre ha messo la parola fine allo scontro trasformando l’ultimissimo calcio dal dischetto: 4 a 2 e Coppa agli azzurri. Per la Juve avevano sbagliato Dybala grazie ad una paratona di Meret, e Danilo con la palla spedita alle stelle mentre realizzavano Bonucci e Ramsey. Sul versante del Napoli tutti in gol, Insigne per l’uno a zero, Politano per il raddoppio, con il terzo rigore trasformato da Maksimovic, seguito dal sinistro fulminante del centrattacco polacco entrato nella ripresa rilevando Mertens mentre Gattuso dava spazio anche a Politano per Callejon ed Elmas per Fabian Ruiz nel corso di un match condotto dalla ferrea volontà della squadra del cuore di far bene, dopo gli sbandamenti accusati in una partenza che aveva fatto inviperire Gattuso in panchina. In quella prima parte la Juve ha messo in mostra quel che poteva con un asfissiante però inconcludente possesso palla giacchè lì davanti Cristiano Ronaldo e Dybala non combinavano niente di buono, mentre sul fronte azzurro poco per volta Insigne e compagni sono saliti di giri, di carattere e di solidità in una difesa in cui Meret ha significativamente fatto la sua parte, con un centrocampo impegnato nella copertura del settore arretrato con Fabian Ruiz, Demme e Zielinski. Ecco il 4-4-1 a spuntarla sul terreno di gioco, una strategia già collaudata contro l’inter nella seconda semifinale e che avuto successo pure sull’ex Sarri. Va detto pure che a trascinare il Napoli ci ha pensato soprattutto capitan Insigne, veloce, rapidissimo nel ribaltare le azioni sul fronte opposto, una spina nel fianco dei bianconeri scossi da un palo colpito in pieno dall’esterno azzurro, mentre Elmas in una furibonda mischia davanti a Buffon paratutto, centrava anche lui il legno della porta bianconera. Poi la fine, con la lotteria dei rigori stravinta dagli azzurri. La scena: entusiasmo e commozione all’Olimpico, tutti a soffocare Gattuso stretto in un abbraccio mozzafiato, mentre il patron De Laurentis veniva lanciato in aria e poi raccolto dai calciatori. Va segnalato un bel gesto del presidente bianconero Agnelli che ha consegnato ai calciatori azzurri le medaglie insieme a don Aurelio. E poi in alto la Coppa, dopo il pianto di gioia e di commozione di Callejon al suo addio dopo sette anni di Napoli, anche lui portato in trionfo dai compagni. Fine partita, a botta calda la gioia di Mertens, ormai azzurro a vita dopo aver firmato il nuovo contratto per altri due anni: “Volevamo fare qualcosa di speciale per il nostro gruppo, per Gattuso e il suo staff e per la città. La nostra voglia di vincere è enorme”. Ecco De Laurentiis che molto probabilmente archivierà la questione delle multe, grazie all’impresa realizzata nell’Olimpico a porte chiuse: “Questa Coppa era nell’aria, con Gattuso sono cambiate molte cose per la squadra, per la società e per la città di Napoli. Lo scudetto? Mai abbattersi. Su questo fronte non riusciamo ancora ad averla vinta sulla Juve, ma ci riusciremo”. Gattuso commosso e con le lacrime agli occhi, è lui che ha trasformato la squadra: “La vita mi ha dato tantissimo e il calcio altrettanto”. Ringhio per la prima volta ha vinto la Coppa Italia, ma lui pensa già al domani: “Abbiamo altre dodici partite e una zona Champions che ci aspetta, in campionato abbiamo l’obbligo di provarci”, perché no?, il tutto mentre Sarri avvilito e scuro in volto è in ginocchio: dopo la Supercoppa vinta dalla Lazio, di coppa ne ha perso un’altra. A Napoli invece si scatena l’entusiasmo della torcida impazzita nelle strade e nelle piazze: nella città in riva al Golfo è festa grande.