Senza scampo per la Viola, abbattuta dall’uragano azzurro: quattro gol nella prima parte di cui due nella prima mezzora con qualche minuto in più, poi il quarto allo scadere dei 45’ d’obbligo. Gli altri due gol – che hanno portato il bottino complessivo a sei reti – nella seconda parte e che hanno stroncato definitivamente gli accenni di reazione della Fiorentina che ormai non aveva più nessuna capacità di resistenza. La squadra di Prandelli era finita al tappeto una prima volta dopo appena cinque minuti di gioco, grazie ad Insigne, tra i superman della sfida, scavalcando Careca nella classifica dei bomber azzurri. Insigne ha arrotondato il suo bottino personale portandolo a 75 gol in campionato (dopo il penalty realizzato più tardi) ed a 99 i gol complessivi in tutte le competizioni. Al “Maradona” le cose sono andate così: Lozano appoggia da destra, Petagna scarica per il capitano che giustizia (5’) Dragowski. Nella sequenza delle reti, dopo quella iniziale di Lorenzinho, ci sono i gol di Demme, (2 a 0 al 36’), di Lozano (3 a 0 al 38’), di Zielinski (4 a 0 al 45), e il rigore di Insigne (5 a o al 69’), per un fallo di Castrovilli su Bakayoko. In ultimo il gol di Politano, entrato al posto di Lozano (6 a 0 all’89) e messo a segno dall’esterno di fascia dopo un furibondo dribbling. La Viola aveva avuto una buona reazione sull’uno a zero, soprattutto con Ribery e dopo una traversa, scaturita da una involontaria deviazione di Demme, mentre Ospina è stato impegnato in tuffo dall’esterno francese. Niente però sul piano della sostanza, tra l’altro in ombra il grande ex della partita Josè Callejion mentre Kulibaly ha annullato Vlaovich, liberando sulla linea (55’) un pallone di Castrovilli che aveva saltato Ospina con un pallonetto. Ma nulla di più per un Napoli che ha riavuto Manolas e soprattutto Demme, ordinato, lucido e preciso ed anche lui in gol. Non c’era Ruiz a centrocampo, colpito nell’immediata vigilia dal covid. C’è da dire che il Napoli non è mai venuto meno nella continuità, componente negativa che spesso ha condizionato prestazioni e risultati degli azzurri. Anzi, la squadra di Gattuso è stato terrificante nelle ripartenze con Lozano scatenatissimo sulla fascia destra, con Insigne straordinario sull’out opposto e con Zielinski fenomeno nelle sue micidiali sterzate. Ma una nota di merito va estesa a Petagna per l’assist a Insigne nel primo gol ed anche nel secondo gol per l’invito fornito a Demme. Petagna ha poi lasciato il posto a Politano, a causa di un problema alla caviglia, causato dalla battaglia ingaggiata in area con i difensori viola. Intanto in classifica il Napoli aggancia il terzo posto in attesa della partita in sereta della Juve con l’Inter mentre Gattuso guarda avanti, alla finale di Supercoppa in programma mercoledì a Reggio Emilia contro i bianconeri di Pirlo: “La Juve detta legge da nove anni, è forte e se gli mancano due, tre giocatori ne ha due o tre altrettanto forti. Noi partiamo un gradino sotto. C’è grande rispetto per la loro squadra, la loro storia e la loro mentalità ma sicuramente non partiamo battuti”. I segnali lanciati dal Napoli sono forti: bel gioco e velocità, ma soprattutto ha fatto sapere in giro di aver risolto il problema del gol, non più tiri a casaccio ma lucidità e soprattutto spietatezza, o cattiveria, che dir si voglia. Ciò che mancava.