Il Napoli c’è. Azzurri scatenati e da spettacolo. Insigne e compagni liquidano gli isolani di Eusebio Di Francesco travolgendoli con quattro gol che rispediscono la squadra di Gattuso al quarto posto in classifica grazie alle reti firmate da due perle di Zielinski, poi da Lozano e infine da un penalty di Insigne. Gol che ridanno sostanza e serenità alla squadra, al club e alla tifoseria non soltanto attraverso le realizzazioni, ma grazie ad una prestazione super che cancella un recente discutibile passato, scalciando l’emergenza determinata dalle assenze forzate di Mertens, Koulibaly e da Osimhen, il ragazzone nigeriano perdonato da De Laurentiis e da Gattuso. Il Napoli in realtà ha stradominato sul campo, stabilmente in offensiva e mettendo alle corde il Cagliari giocando soprattutto in verticale e comandando le operazioni sul terreno di gioco attraverso un giro-palla preciso, puntuale e principalmente rapido. I rossoblù se la sono vista brutta subito e cinque minuti prima della mezzora hanno dovuto alzare la bandiera bianca su di un numero di Zielinski, a rete di sinistro con palla all’incrocio. Il polacco avrebbe fatto di meglio, da lì a poco più tardi. Il Cagliari a sua volta, colpito e stuzzicato, ha messo fretta dandosi da fare all’inizio della ripresa, arrivando al pareggio con Joao Pedro al nono centro stagionale, un gol che ha fatto arrabbiare Gattuso per il pasticcio difensivo che ha consentito al bomber del Cagliari (60’) di riagguantare il risultato. Ma si è trattato di una situazione temporanea e provvisoria, durata soltanto due minuti. Piuttosto evidente tra l’altro il rapporto di forza a favore degli azzurri con Insigne sul trono, con un centrocampo di forza grazie a Bayakoko e alle qualità di Fabian Ruiz e soprattutto di Zielinski sempre in agguato ai limiti dell’area avversaria e di nuovo al bersaglio (62’) con un’altra perla delle sue. In più il Napoli ha beneficiato di un Petagna generoso e altruista e principalmente del Chucky Lozano, super nelle sue incursioni e imprendibile per Lykogiannis, il difensore greco che sul messicano ha meritato il doppio giallo e l’espulsione. Lozano adesso meno controllato è così riuscito ad andare a rete in una convulsa mischia sotto la porta difesa da Cragno (75’), favorito da uno spazio creato da Petagna. Non ancora pago il Napoli ha chiuso con il quarto gol su calcio di rigore, il primo penalty assegnato al Napoli dall’inizio del campionato, per un mani di Caligara. Dal dischetto implacabile Insigne, al suo sesto gol stagionale, numero 96 della sua serie in azzurro e che consente al capitano di raggiungere Careca al settimo posto nella speciale classifica dei cannonieri napoletani, alle spalle di Mertens al primo posto e di Hamsik, Diego Maradona, Sallustro, Cavani e Vojak. Dopopartita con Gattuso che tuttavia ha avuto qualcosa da ridire agli azzurri: “Sono contento della prestazione ma sono anche arrabbiato. Arriviamo facile negli ultimi 20-25 metri ma non siamo incisivi nella finalizzazione, siamo senza cattiveria. Siamo la squadra che crea più occasioni in serie A e che ne lascia di meno. Giochiamo bene ma dobbiamo essere più lucidi, cattivi, avvelenati per finalizzare. I giorni della sosta ci hanno aiutato ma ora dobbiamo continuare. Non guardiamo nemmeno la classifica perché bisogna solo pensare alle partite ed a non perdere giocatori. Sull’uno a uno è stato bravo Zielinski, altrimenti eravamo qui a parlare di una partita da prendersi a martellate sulle parti basse. Lui danza sul pallone, fa delle cose incredibili, è completo. Diventerà un grandissimo”, si riparla di scudetto? “Non dobbiamo pensarci. Abbiamo tanti pregi ma anche tanti difetti. Abbiamo molta tecnica, poca cattiveria e a chi ha più cattiveria manca un po’ di qualità, ma esprimiamo un calcio anomalo in Italia, di palleggio e non si può giocare solo di fioretto. Subendo quel gol, se non segni subito come è successo, rischi pure di non vincere. A tratti siamo migliorati, ma dobbiamo farlo di più. Insomma voglio cattiveria sotto porta”, infine il caso Osimhen: “Ha commesso un errore ed ha chiesto scusa sui social, sa di aver sbagliato. Ora deve bollire nel suo brodo, come mi diceva Lippi quando lo facevo arrabbiare. Se ne occuperà la società che saprà cosa fare. Ad oggi le cifre che sono uscite non sono vere. La responsabilità di mandarlo in Nigeria è stata anche mia. Ci ho messo un bel faccione. Siamo in due ad aver fatto una figuraccia con la società. Per noi è un patrimonio e bisogna fargli capire che ha sbagliato, ma l’ha già fatto. Lo conosco bene, è un ragazzo che si fa volere bene, ha commesso un’ingenuità, ora dovrà farsi perdonare aiutando la squadra. Gli dirò quel che penso appena lo vedrò. Ha sbagliato e pagherà quello che deve”.