Domina il Napoli che ancora con la magica maglia della nazionale di Maradona liquida il Crotone con lo stesso numero di gol rifilati alla Roma a Fuorigrotta, nello stadio intitolato al grande Diego: un poker di reti di primissima qualità, aperto da un capolavoro di capitan Insigne, un minuto dopo la mezzora iniziale, con palla a girare verso la rete avversaria e dopo un tunnel di Zielinski che lo ha messo in condizioni di battere in gol. Firmate da Lozano scatenatissimo sulla fascia destra (capocannoniere della squadra con cinque reti in nove partite) e da Lemme e Petagna gli tre gol di un indiscusso successo che scaraventa il Napoli al terzo posto, dove raggiunge la Juve a quota venti. Il Crotone ha fatto quello che poteva, anzi anche di più, malgrado l’espulsione di Petriccione per un fallo da rosso (49’) su Demme. La squadra di Stroppa ha tenuto testa agli azzurri con una pressione asfissiante, addirittura feroce, su tutti i palloni, al punto da impegnare seriamente Ospina che ha salvato (37’) su conclusione di Vulic. Sebbene in dieci l’atteggiamento dei calabresi è andato avanti per gran parte del match, ma alla lunga è prevalsa la maggiore qualità degli azzurri sul piano dei singoli e del collettivo. Piuttosto ragionata la manovra degli azzurri, resa anche agile nella raccomandazione e gli inviti di Gattuso urlati a bordocampo di giocare al massimo con due tocchi. Forse non gli sarà piaciuta granchè la difesa che ha sommato un certo numero di errori nella precisione e negli appoggi, ma comunque imperforabile. Non si può naturalmente non dire che bene del centrocampo affidato a Demme ordinato e preciso palla a terra ed a Bakayoko, inesauribile nel suo importante contributo prodotto per spezzare le azioni avversarie e nel ribaltare il gioco. Stellare la prima linea con Zielinski sontuosa sottopunta, e con due grandi del valore e dello spessore di Insigne e Lozano. Si è sacrificato parecchio Petagna infilato da centrale offensivo nella difesa avversaria ma che ha raccolto la sua soddisfazione personale con l’ultimo gol degli azzurri, su imbeccata di Mertens – che ne ha prodotte diverse – ed entrato a partita in corso, seguito più tardi da Politano, Lobotka, Elmas e Maksimovic, quest’ultimo ad una manciata di muniti dalla conclusione. Felice ma sempre coerente, concreto, onesto e sincero Gattuso nel dopopartita: “Complimenti alla squadra, abbiamo saputo soffrire. Ogni partita è diversa. Non è facile giocare ogni tre, quattro giorni. Dobbiamo dare continuità alla classifica. Sul campo abbiamo ventuno punti. Giovedì contro la Real Sociedad ci giochiamo il primo obiettivo stagionale”, finalmente è un Napoli alla Gattuso: “Non rinnego me stesso ma non voglio giocatori che mi assomigliano, non li faccio giocare. In certi casi bisogna avere il coltello tra i denti ma in una squadra così avrei fatto panchina, perché oggi il calcio è cambiato. Eravamo un po’ diversi ai miei tempi”. Difesa forte ma un po’ imprecisa, o no?: “La cosa importante è non subire gol. Siamo la migliore difesa, il tabellone dice dieci, ma ne abbiamo presi sette in campo, gli altri tre a tavolino”. Cosa fatta il rinnovo?: “Per me non è la priorità. Voglio portare a termine questa stagione per ottenere qualcosa di importante, vogliamo correre sino alla fine…”, sia fatta la volontà di Ringhio.